Ecco un aggiornamento sulle dinamiche globali che ruotano attorno al conflitto russo - ucraino. Si sta attuando un riposizionamento di vari attori sullo scacchiere internazionale; attori che, anche se non direttamente coinvolti nella guerra, sono obbligati a tener conto del nuovo scenario presente e futuro.
L'autore dell'articolo è Daniel Mateo Montalcini, con la supervisione di Massimiliano Nespola.
IL PESO DELLE SANZIONI
A più di un mese dall’inizio del conflitto russo- ucraino, le
sanzioni subito messe in atto contro il Paese invasore proseguono, si applicano
e sono in aumento. La prima conseguenza sulla Russia è il crollo del suo sistema finanziario. Il rublo perde incessantemente
valore contro il dollaro e scivola sempre più, riducendo il proprio valore di
scambio. Non a caso le principali banche sono molto prossime al rischio
fallimento; Sverbank, per esempio, è dichiarata insolvente.
Si possono vedere i cittadini russi accorrere agli istituti
bancari, ansiosi di prelevare i loro risparmi prima che si svalutino
maggiormente. Per porre rimedio e creare un minimo cuscinetto finanziario, la
Borsa di Mosca ha scelto di rimanere chiusa lunedì e martedì scorsi, onde
evitare che le quotazioni continuassero a registrare perdite. A lungo termine,
inoltre, il blocco delle esportazioni verso
la Russia provocherà il crollo commerciale causato da uno stop prolungato della
produzione di microchip e tecnologia.
Malgrado il proseguimento delle sanzioni inflitte alla Russia, l’avanzamento delle truppe nelle
differenti direzioni dell’Ucraina non sta cessando, pertanto si è iniziato a
nutrire qualche dubbio in merito all’efficacia delle stesse; solo se seguissero
segnali effettivi di un crollo del sistema si potrebbe dire che tale ricetta ha
effettivamente funzionato. La tempistica di un tale evento è imprevedibile, a
differenza delle prospettive per i cittadini, che si presentano già cupe.
I PAESI CONFINANTI
La Finlandia, Paese
scandinavo facente parte della UE dal ‘95, non è ancora membro della NATO. A
seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino, la Finlandia ha presentato
domanda di adesione all’Organizzazione, soprattutto data la prossimità che ha
con la Russia: condivide con essa 1,340 km di confine. È un Paese che si è
sempre mostrato neutrale durante gli anni della Guerra Fredda.
Proprio durante quegli anni, la
Finlandia è stata abile a mantenere buoni rapporti con l’Occidente ed
altrettanti con Mosca. Tuttavia, gli sviluppi attuali del conflitto in questione vedono
suo malgrado il Paese non più tranquillo come anzitempo, nei
rapporti con Mosca.
Si è addirittura rilevato, la mattina
dell’8 Aprile scorso, il presunto sconfinamento di un velivolo nei cieli
finlandesi. Tale evento avrebbe verosimilmente interessato l’area scandinava nel
Golfo di Finlandia, al largo di Porvoo. Secondo quanto riportato dal Ministero
della Difesa finlandese, il velivolo I1- 96- 300 è planato sulla Finlandia per tre
minuti.
Mika Aaltola, Direttore dell’Istituto finlandese per gli Affari
Internazionali, ha dichiarato che le dinamiche dei rapporti con la NATO sono
cambiati e che ci potrà essere un’influenza reciproca tra paesi confinanti. Si
considera infatti realistico pensare che un
avvicinamento di Helsinki verso l’Organizzazione del Trattato
Nord-Atlantico potrebbe incoraggiare anche
Stoccolma a compiere una scelta simile. Rimane però l’incognita in merito a
quale potrebbe essere la reazione a ciò da parte della Russia.
POTENZIALI NUOVI EQUILIBRI
Le trattative e le dinamiche in atto per cercare di risolvere la crisi ucraina vanno oltre il territorio del Paese invaso, flagellato da bombardamenti, massacri di civili e soprattutto bambini; vi è inoltre l’emergenza in corso rappresentata dalla disperata fuga delle donne e dei loro figli dalle loro case e dal Paese. Il primo ostacolo da superare riguarda le prospettive dell’Europa, con tutte le conseguenze di questo conflitto che possono innescarsi in Europa Orientale. Tale contesto si presenta fortemente sensibile alle prospettive future dei rapporti tra Russia e Ucraina.
La seconda questione, non meno importante, riguarda il mondo intero. Il legame russo- cinese pare appeso ad un filo molto esile, che sembrerebbe vincolare il Paese del Dragone a svolgere un ruolo di soccorso verso quello russo. Con Putin che non appare molto convinto dell’affidabilità cinese, la Russia intanto rimarrebbe tagliata fuori dall’Europa, creando solchi ancora più accentuati tra il Vecchio Continente e Mosca.
Le ulteriori sanzioni che Washington ha intenzione di comminare alla Russia andrebbero a scapito dell’Europa, che sarebbe comunque obbligata a tener conto di esse. Dopo la sconfitta economica russa, sembra intravedersi una serie di nuovi problemi per il vecchio Continente. Mentre la Francia e la Germania discutono sul da farsi a riguardo, il Bel Paese rimane incastrato tra i due predetti.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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