Esiste una dimensione che non tutti i cittadini conoscono bene, quando si tratta di esprimere una scelta di voto quale quello al quale ci si avvicina, il prossimo 25 settembre. Si tratta del rapporto del nostro Paese con le istituzioni europee. Infatti, non tutti considerano il fatto che ci si avvicina all'ultimo quadrimestre dell'anno e che la scadenza elettorale imminente coincide con la delicata fase dell'approvazione della legge di bilancio.
Questo impegno istituzionale non è confinato agli uffici del Ministero delle Finanze, ma coinvolge le istituzioni europee, per far sì che siano rispettati alcuni criteri:
- che il bilancio sia in pareggio o in avanzo;
- che il debito pubblico si collochi ad un massimo del 60% del PIL;
- che il deficit di bilancio pubblico non superi il 3% del PIL.
Si tratta di una operazione che richiede consenso, perché si votano i vari articoli della legge di bilancio uno per uno e può essere difficile trovarsi d'accordo, e una visione prospettica, perché si tratta di comprendere quali impegni prendere, quali priorità darsi.
Una manovra espansiva, per esempio, in ambito pensionistico, può avvantaggiare l'uscita dal lavoro di alcune categorie, con un effetto "benefico" per alcuni, ma pone il problema delle risorse economiche necessarie a metterla in atto; in altre parole, bisogna assicurarsi che vi siano le disponibilità economiche per finanziare le nuove pensioni. In base ad una serie di valutazioni basate sull'andamento dell'economia, si può, al contempo, pensare a quali e quante risorse stanziare per l'assunzione di nuovi lavoratori. Si è assistito spesso, in questi anni, ad una dinamica simile, come ai tempi di "quota 100".
C'è poi da considerare la mutevolezza del quadro economico, che può andare incontro a situazioni impreviste. Si pensi agli inizi del 2020, quando nessuno aveva previsto la pandemia che ha condizionato per tutto l'anno la vita pubblica, e ancora oggi fa sentire i suoi effetti, costringendo i decisori politici a scelte tempestive di aggiustamento della manovra economica.
Ebbene, l'Italia nei prossimi mesi va incontro a tali scadenze. Nel farlo, si muove all'interno dei parametri condivisi con gli altri Stati membri dell'Unione europea. E ciò non è da sottovalutare, perché chiunque governi nei prossimi mesi, dovrà fare i conti con tale dimensione.
Massimiliano Nespola