sabato 5 novembre 2022

Le tensioni Russia-Cina

di D.M. Montalcini

 

A fronte del costante indebolimento di Putin anche verso i Paesi che prima gli erano amici, sembra mutato l'atteggiamento della Cina. Tra i due Paesi esistono infatti dissapori territoriali risalenti al 1860, quando il territorio comprendente Vladivostok venne occupato illegalmente dalla Russia ed assieme a quella città le rimanenti 23,000.00 miglia quadrate che - pare - appartenessero dapprima alla Cina.

La posizione strategica di Vladivostok funge da porta militare e commerciale della Russia verso il Pacifico. Secondo la Cina, questa città dovrebbe tutt’ora portare il nome antico cinese, Haishenwai. Lo squilibrio demografico dovuto alla posizione dell’area e della città precedentemente sotto dominio cinese ha generato una interessante questione: lo spopolamento dei territori russi più ad Est darebbe adito alla Cina di spingersi verso nord. Il controllo sul versante del circolo polare artico fornirebbe così maggior peso al Dragone.

La Russia, intanto, versa in gravi difficoltà dal punto di vista militare, con l’esercito russo stesso ridotto persino a chiedere supporto dall’Iran e - non esclusi - il gruppo di stati ex sovietici. È rimasto poco all’arsenale russo convenzionale per scoraggiare l’aggressione militare da parte della Cina. Per far fronte alla delicata situazione bellica, disperata sul fronte russo, le truppe putiniane stanno riattivando carri armati T-62; per ironia della sorte, erano in uso 50 anni or sono quando vennero sequestrati ai russi da parte proprio dei cinesi. Conseguentemente, il disprezzo nei confronti dell’esercito russo sarà sempre più complicato da contenere per la Cina. 

D’altro canto, la Cina deve ora gestire la non facile questione con Taiwan. La regione autogovernata dal 1949, che la Cina pretende di riacquisire sotto il proprio controllo, defininendola regione ribelle, continua a definirsi indipendente. Il rieletto Presidente Xi considera realizzabile la sua riannessione entro il 2049. Da qui a quella data prefissata, si doterebbe la Cina dei mezzi per riprenderne possesso, tramite una massiccia riforma militare ed una rapida modernizzazione. Sul fronte strategico, alcuni osservatori esperti della zona e delle dinamiche in questione temono che la Cina, forte di correnti favorevoli e dati economici, possa dare una spinta maggiore col fine di intraprendere azioni militari negli anni a venire, per riprendere possesso dell’isola indipendente.

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