martedì 28 aprile 2020

Pillole di memoria: Giscard d'Estaing e la "Costituzione" europea nel 2007

Rifletto e al contempo torno indietro con la memoria. Come sapete, questo blog è la continuazione di un lavoro avviato nel 2007, poi interrottosi nel 2014, per un problema informatico a cui si sono unite varie situazioni personali.

Come avrete letto, intendo rispolverare alcune parti significative di quell'attività. Oggi ritorno su un pezzo che fu emblematico. Era l'epoca in cui stavo diventando giornalista.

(Che poi cosa voglia dire "diventare" giornalista è oggetto di discussione. O si è giornalisti, nel senso che si svolge tale attività, oppure, come avviene in Italia, bisogna essere iscritti ad un ordine professionale nel quale è abbastanza complicato districarsi per via delle numerose pratiche burocratiche da ottemperare. In molte altre professioni, non si segue questo criterio, ma si valuta quanto la persona sia attiva. A mio avviso, bisognerebbe semplificare e al contempo realizzare delle riforme nel settore, ancora troppo legato alla politica e al finanziamento pubblico. Ecco perché si parla di giornali "fotocopia", ecco perché molti giornalisti in realtà sono legati filo a filo al mondo politico - e questo non vuol dire che siano molto liberi di esprimersi, quanto piuttosto che interpretano la realtà secondo un'agenda dettata da altri.

Si può dire poi che c'è una distinzione tra pubblicisti e professionisti, nel senso che la legge italiana ha voluto distinguere coloro che esercitano occasionalmente l'attività da coloro che la svolgono in via esclusiva. Ma a mio avviso, questa distinzione è poco rilevante e nella categoria dei professionisti permangono alcuni personaggi quantomeno ambigui).


Sfogo a parte: raccontavo appunto che scrivevo già allora, naturalmente, di Europa. Vi ripropongo un pezzo del luglio 2007, uscito su "Calabria Ora" - giornale non più in edicola - relativo alla presa di posizione di Valery Giscard d’Estaing, Presidente della Repubblica francese dal 1974 al 1981.

Il contesto era quello del prosieguo dei negoziati dopo la bocciatura della "Costituzione" europea. A fine di quell'anno, si sarebbe avuta la firma del Trattato di Lisbona. Ecco il testo, di cui mi scuso in anticipo per alcune debolezze nell'impatto della scrittura, ma, come dicevo, stavo "diventando" giornalista. Vi propongo questa lettura perché dare voce ad uno dei protagonisti dell'integrazione europea, permette sia di comprendere la situazione di allora, che di rileggerla ad oggi:


20 luglio 2007


"«Ciò che era difficile da comprendere sarà impossibile da comprendere. Ma la sostanza del testo sarà preservata». È la recente affermazione, in merito al trattato costituzionale europeo, di Valery Giscard d’Estaing, presidente della Repubblica francese dal 1974 al 1981. Per il 23 luglio è stata convocata a Bruxelles una conferenza intergovernativa incaricata della redazione del nuovo testo.

Non si parlerà più di “Costituzione Europea”, ma di trattato, da non intendere in formato mini. Tale il parere di uno dei protagonisti della Convenzione Europea, che tra il febbraio 2002 e il luglio 2003 redasse il testo poi rigettato, nella primavera 2005, da Francia e Olanda.

Più apparenti che reali dovrebbero essere le innovazioni nel nuovo trattato, a dire di Giscard d’Estaing. «Consistono essenzialmente nella sua modalità di presentazione», ha affermato. In merito ad un punto particolarmente discusso anche dal presidente francese Sarkozy, quello cioè relativo alla concorrenza libera e non falsata all’interno dell’Unione, Giscard d’Estaing è stato laconico: «Mi domando chi potrebbe desiderare una concorrenza falsata … ». Tale concetto dovrebbe alla fine essere l’oggetto di un protocollo annesso al trattato.

Non sono mancate da parte sua le critiche ad alcuni punti controversi che le politiche recenti evidenzierebbero. A seguito dell’abbandono dei simboli e della bandiera europei, si è chiesto ironicamente: «Se non si potrà issare la bandiera stellata sul quartier generale di una forza europea, che cosa vi si metterà? Una copia del trattato semplificato?». Inoltre, su tale aspetto, i cittadini europei sostengono per lo più la necessità che l’Europa disponga di una bandiera.

Anche l’esclusione della Carta dei diritti fondamentali avrebbe creato smarrimento tra i francesi, in quanto dal punto di vista umano si tratterebbe di un fatto «abbastanza scioccante» secondo Valery Giscard d’Estaing.

Infine, ha affermato che «ci si sta orientando verso tre trattati differenti, dalla lunghezza superiore al trattato costituzionale». Con ciò, «la speranza di semplificazione non sarà realizzata». Non sarebbe stato possibile limitarsi ad un solo testo, pena il ricordo del precedente trattato. Così facendo, si dovrebbe limitare il suo “effetto alone” e procedere ad una più semplice ratifica.

Ma è opinione dell’ex presidente che, nei processi europei, non si resterà fermi per sempre nelle condizioni attuali. Le sue parole suonano come una profezia: «si originerà, in un dato momento, la spinta per dotare l’Europa di un grande testo, unico e fondatore»".

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