mercoledì 10 giugno 2020

Quattro anni di Brexit (e di disinformazione)

Il 23 giugno 2016, con un voto di misura, il Regno Unito scelse di uscire dall'Unione europea. Rispetto a quanto accaduto, tra le cause dell'avvenimento, si dà un peso non marginale all'attività di disinformazione portata avanti su più mezzi. Oggi, si cerca di porre un argine ad un fenomeno che rischia assai frequentemente di compromettere il raggiungimento di obiettivi che di per sé sono vantaggiosi per la collettività. La stessa Brexit, che nelle sedi istituzionali europee è considerata una perdita, forse è convenuta a qualcuno. A chi? A tutti i soggetti che possono trarre profitto da un indebolimento dell'Europa. Ecco perché oggi in sede di Commissione europea è stato varato un piano di azione per contrastare il fenomeno in relazione all'informazione sul Covid 19: per leggere l'intero documento, clicca qui.

Ne parliamo poi nel dettaglio, ricordando la figura di una delle prime vittime della Brexit, la leader laburista Jo Cox, barbaramente uccisa proprio a ridosso del voto da un esaltato appartenente ad un gruppo neonazista:


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