mercoledì 13 aprile 2022

Cronache dal conflitto, a tinte fosche

Con passione, Daniel Mateo Montalcini continua a presentare i suoi aggiornamenti sul tema del conflitto russo - ucraino. Oggi si focalizza sui numeri che vedono da un lato riconquiste di territori, dall'altro perdite per l'esercito che difende il proprio suolo dagli invasori.

Pur nella consapevolezza della complessità e degli errori che sono alla base di ogni conflitto, noi qui siamo di parte: siamo con gli ucraini. Non lo facciamo perché qualcuno ci ha chiesto di farlo, quanto semplicemente perché riteniamo che, contrariamente alla ricostruzione delle responsabilità effettuata da alcuni, tra cui il noto filosofo Diego Fusaro, nessuna ragione di stato possa giustificare le indicibili sofferenze subite, a partire dal 24 febbraio, da civili, donne e bambini. 

L'obiettivo di questa nostra attività di sensibilizzazione e divulgazione è quella di contribuire a tenere accesi i riflettori, finché, ne siamo certi, non arriverà il momento del giudizio su questi immani crimini che continuano ledere il diritto all'esistenza per l'Ucraina. La revisione del pezzo è come sempre a cura di Massimiliano Nespola.



GLI SCARPONI SUL TERRENO DI MARIUPOL

A seguito di continue dichiarazioni e presunte smentite sugli attacchi delle città ucraine, Mariupol rimane sotto costante assedio. Dopo la resa di decine di soldati ucraini, Kiev rivendica il successo ottenuto martedì – ieri – di un’operazione che ha rotto l’assedio e che teneva bloccati alcuni gruppi di marines.

I media ucraini riportano che, in particolar modo grazie alla 36ma Brigata, le truppe hanno potuto riconquistare terreno e ricongiungersi al Battaglione Azov. Il che vale a dire la ripresa del controllo delle aree dei quartieri limitrofi alla acciaierie Azovstal, site al sud della città in ostaggio. Dette acciaierie sono in grado di fornire riparo per diversi giorni all’ultima sacca di resistenza ucraina ai russi e filorussi, composti da separatisti e ceceni, la cui fama è nota per essere mercenari molto violenti.

Queste dinamiche di battaglia e resistenza sono ovviamente condizionate dalla presenza di bunker e rifugi all’interno della struttura. Altresì, detto Battaglione pare disporre ancora di una vasta quantità di munizioni e rifornimenti. Al contrario, i soldati di Kiev hanno presentato la resa nei quartieri della città ormai presa sotto controllo dalle squadre russe.


POCA CHIAREZZA SUL CONFLITTO

In 273 hanno già deposto le armi pochi giorni orsono, un altro centinaio ieri. I soldati ucraini catturati li si è visti marciare verso le postazioni delle truppe di Mosca, mentre coloro che hanno tentato di sfuggire e resistere si sono rifugiati e trincerati nelle acciaierie assieme al Battaglione Azov. A quanto pare, detta azione di resistenza è riuscita perfettamente da parte della 36ma Brigata ucraina.

Nonostante le vittorie ottenute dalle fila ucraine, che hanno riconquistato i quartieri meridionali, le sorti della battaglia sono ancora fortemente incerte. Le truppe ucraine risultano posizionate nella regione meridionale, a differenza dei soldati filorussi e russi stessi che circondano la città di Kiev, in cui sono presenti cittadini ucraini, in parte anche rientrati a casa dopo la fuga delle settimane scorse.

Continue smentite si susseguono a riguardo di raid compiuti con armi sospette da parte delle squadre russe nell’area delle acciaierie, dove i marines e membri dell’Azov risultano non in grado di ricevere rinforzi, a seguito della conferma della presa da parte dei russi dell’intera area portuale strategica di Mauripol. La battaglia pertanto appare incessante soprattutto nelle aeree delle acciaierie e degli stabilimenti industriali, il che provoca un’incessante fuga dalle città da parte dei cittadini ucraini. Le condizioni igienico sanitarie e di approvvigionamento continuano a peggiorare; più di centomila persone sono ancora intrappolate in città, dove scarseggiano acqua, elettricità e le scorte di viveri si fanno sempre più carenti.


TENSIONE INTERNAZIONALE

L’escalation dei combattimenti in Ucraina, con il coinvolgimento di tutti i Paesi alleati occidentali e dall’altra parte i Paesi in favore della Russia, ossia Bielorussia, Cina, Serbia sta alimentando un pericoloso triangolo. Dopo la rielezione del presidente serbo Vucic, si assiste ad un suo atteggiamento bifronte: mantiene una continuità, per opporsi a rivali politici, schierandosi apertamente con Orban a favore di Putin, ma offre supporto ai fuggiaschi ucraini. Ad ogni modo, la vicinanza di lungo corso della Serbia alla Russia è tra le principali preoccupazioni per l’Unione europea.

Intanto, Pechino sabato ha inviato aerei militari: sei velivoli cargo muniti di missili HQ- 22 SAM, tecnicamente armamenti terra- aria. Questi dispositivi bellici da difesa sono in grado di abbattere aerei, elicotteri o droni e risultano efficaci fino a 150 chilometri di distanza.


Daniel Mateo Montalcini - a cura di Massimiliano Nespola

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