venerdì 27 maggio 2022

Frodi comunitarie: è necessario un salto di qualità

L’Unione europea ha una priorità: quella di spendere al meglio il denaro che confluirà in Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se n’è parlato stamane a Roma, presso l'Ufficio del Parlamento europeo, in occasione della conferenza stampa dal titolo “Indagine conoscitiva a Roma: all’esame degli eurodeputati presunti reati sui fondi agricoli dell’UE”. 

L’incontro si è svolto alla presenza dei membri della delegazione della commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Questo gruppo è guidato dalla presidente Monika Hohlmeier (PPE-DE) e attualmente, tra le sue priorità,c’è quella di indagare su eventuali infiltrazioni mafiose nella gestione dei fondi UE all’agricoltura. Fanno  parte della delegazione Isabel García Muñoz (gruppo S&D, Spagna), Matteo Adinolfi (gruppo ID, Italia), Tomáš Zdechovský (gruppo PPE, Repubblica Ceca), Sabrina Pignedoli (gruppo NI, Italia), nonché una personalità particolarmente nota in Italia quale quella di Caterina Chinnici (gruppo S&D).


Nel corso dei lavori, la presidente Hohlmeier ha avuto modo di illustrare le modalità di svolgimento delle attività della delegazione: l’interazione con le forze dell’ordine, in particolare con carabinieri e guardia di finanza, è una delle strategie primarie per tenere sotto controllo le attività illecite della criminalità organizzata.

Il meccanismo è chiaro: “follow the money”. Partendo infatti dal monitoraggio dei bilanci di attività ritenute a rischio, si possono infatti ottenere informazioni determinanti per comprendere la reale titolarità di determinate imprese. Il problema principale è quello della partecipazione delle stesse alle gare d’appalto. È infatti noto che attualmente le attività criminali dispongono di enormi capitali, frutto di attività illecite, e che il problema è il loro reinserimento nel circuito dell’economia legale.

Occorre dunque indagare non solo sulle imprese che riescono a vincere le gare d’appalto, ma anche comprendere, come ha ricordato l’On. Chinnici, se vi siano delle intestazioni fittizie di beni. Se una persona nota alle forze dell’ordine, infatti, volesse controllare in maniera occulta la propria azienda, potrebbe farlo “cedendo” i propri beni ad un’altra incensurata e magari al di sopra di ogni sospetto, giovane e con la fedina penale intatta.


Estratti dell'intervento dell'On. Caterina Chinnici


Inoltre, per ciò che attiene ai fondi assegnati al settore dell’agricoltura, si sta andando, come ha illustrato l’On. Chinnici, verso un sistema di controlli rinforzato. Le aziende agricole che desiderino oggi beneficiare di fondi europei devono infatti dimostrare di rispettare i diritti dei propri dipendenti. Con ciò si è aperta nel corso della conferenza stampa una riflessione su un ambito problematico sul quale occorre intervenire per la sua sconfitta: il fenomeno del caporalato, che spesso, come è emerso in passato da indagini delle autorità e anche di alcuni giornalisti coraggiosi, continua ad affliggere specialmente alcuni territori dell’Italia meridionale, come la Calabria e la Sicilia.

L’Italia ha maturato in questi ambiti una esperienza consolidata che oggi può essere condivisa con gli altri Stati membri dell’Unione europea. I risultati di questo impegno sono ritenuti apprezzabili, per come emerge dall’esposizione dei delegati presenti alla conferenza stampa odierna. Vi  sono comunque aree di miglioramento. Per esempio: ad oggi, le varie agenzie per la sicurezza europea come Europol, Olaf, Eppo, dialogano tra loro, ma sarà necessario sviluppare una maggiore interoperabilità tra le banche dati.

Vi può essere infatti una organizzazione criminale costituita da soggetti di cui si conoscano i precedenti penali, ma che tuttavia magari sta operando proprio attraverso il meccanismo della intestazione fittizia di beni e capitali, per non destare sospetti. Diventa essenziale quindi mappare la situazione da diversi punti di vista, quello delle indagini penali e quello delle indagini patrimoniali. Dalle parole della presidente Hohlmeier, emerge anche un’ulteriore frontiera interessante per questa attività: la loro velocizzazione possibile attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale, che consenta una maggiore fluidità dei processi.

Questa accresciuta velocità può contribuire specialmente a mettere in atto meccanismi di prevenzione più efficaci che in passato. Tra le conclusioni, infatti, la presidente Hohlmeier ha ricordato che comunque, nonostante gli sforzi volti alla repressione del fenomeno delle frodi comunitarie, il danno perpetrato dalle stesse è in genere superiore alle cifre che si riescono a recuperare; da qui la necessità di intervenire per un miglioramento dei risultati di queste attività, sia nella tempistica che nella qualità delle indagini.

 

Massimiliano Nespola 

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