Guardando al conflitto ucraino, siamo giunti a pochi giorni da sei mesi dall'inizio delle ostilità. Giunge oltremodo interessante, in queste ore, un nuovo spunto di Daniel Mateo Montalcini che riprende quanto verificatosi a partire dal 24 febbraio scorso e lo ricollega all'attualità.
Da parte di Montalcini emerge una velata critica anche alla società italiana, in questi giorni sempre più concentrata sulle imminenti elezioni invece che su quanto accade a poche centinaia di chilometri da casa.
L'editing è di Massimiliano Nespola.
Buona lettura
STRATEGIE MILITARI
In Italia, la caduta del Governo Draghi sta portando a concentrare l’attenzione sulle questioni interne, viste le imminenti elezioni politiche, quando tutt’ora bisogna guardare anche se non soprattutto agli affari esteri, visto il perdurare del conflitto russo-ucraino.
Proseguono infatti l’escalation dell’uso di mezzi bellici per continuare l’invasione ed il controllo dei territori da parte degli schieramenti russi, da un lato, e dall’altro la controffensiva ucraina per cercare di limitare i danni già ampiamente provocati sul loro territorio e per allungare le tempistiche affinché si giunga ad una resa definitiva. Sul campo, l’esercito ucraino si vede in difficoltà soprattutto nel territorio del Donbass.
Zelensky sta non banalmente tessendo reti solide con tutti i Paesi e gli organismi internazionali quali l’UE e l’ONU, con i loro attori principali, affinché intervengano in prima persona sul territorio per raggiungere trattati concreti e duraturi. In ambito economico, il ministro degli esteri ucraino Kuleba vede la situazione sul campo del grano e dell’energia molto grave, a meno che non si stabiliscano concretamente accordi per favorire le trattative economiche, senza lasciare l’Ucraina soccombere sotto i colpi politico-economici russo- cinesi.
LA RISOLUZIONE ONU CONTRO LA RUSSIA
Sul campo di battaglia ucraino, l’Assemblea generale ONU ha visto, fin dal 3 marzo 2022, 141 membri votare a favore della cessazione del conflitto e a condannare l’invasione russa; contraria la Russia e altri quattro Stati, 35 astenuti. L’assemblea chiede insindacabilmente che le truppe di Putin si ritirino seduta stante dal territorio ucraino preso in ostaggio; il che comprende tutti i territori riconosciuti a livello internazionale.
Alla Russia che ha votato contro si sono aggiunti Eritrea, Bielorussia, Siria, Corea del Nord. Tra i Paesi che invece si sono astenuti vi sono da segnalare Algeria, Cina, Cuba, Bolivia, India, Iran ed Iraq oltre a Nicaragua, Azerbaijan, Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan e Sudafrica. In questo frangente, il ministro degli esteri russo Lavrov ha avvertito che l’innescarsi di un terzo conflitto mondiale presenterebbe prospettive devastanti, mentre il vice ministro degli esteri russo Grushko prevede che il proseguire dei conflitti porrebbe a maggior rischio la posizione russa sul campo internazionale contro la NATO.
La possibilità che queste dinamiche possano portare ad un’escalation a sfavore della Russia preoccupa non poco il Cremlino. La situazione potrebbe infatti sfuggire di mano. A favore di Zelensky ora si schiera altresì la Corte Penale Internazionale, che condanna l’invasione russa quale crimine contro l’umanità: la Russia è attualmente sotto esame in un’indagine su presunti crimini commessi dai russi sugli ucraini; l’inchiesta è portata avanti dal Procuratore della CPI, Karim A.A.Khan Qc, a seguito dell’adesione di 39 Paesi, tra i quali l’Italia, schierati contro l’invasione ucraina.
Zelensky, in quanto persona maggiormente interessata, ha fortemente accusato Putin di voler cancellare la storia del Paese ucraino, soprattutto a seguito della distruzione del Mausoleo di Babi Yar; in merito a ciò, Zelensky ha esortato tutto il popolo ebraico – di cui lui è membro – a non rimanere in silenzio.
Guardando ad altri protagonisti internazionali, il presidente francese Macron sostiene fortemente che Putin sia l’aggressore e che pertanto non vi sia da difendere un Paese invasore. Lo scopo di Macron è quello di mantenere dialoghi aperti con Putin stesso, per convincerlo a deporre le armi ed accettare una resa, proseguendo inoltre i contatti con Zelensky, al fine di raggiungere accordi politico- economici che soddisfino tutte le parti e portino a ripristinare i trattati commerciali senza ulteriori ostacoli.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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