Riceviamo e pubblichiamo spunti interessanti di Daniel Mateo Montalcini sulle evoluzioni lente e forse impercettibili del conflitto russo ucraino; consapevoli che le ostilità non potranno continuare all'infinito, pena la catastrofe di un conflitto mondiale dagli esiti distruttivi per l'intera umanità, emergono prospettive ancora poco chiare.
Si delinea tuttavia il ruolo strategico della Turchia, che può esercitare buon gioco e si trova attualmente in una posizione di forza: leggendo queste note, comprenderete il perché.
L'editing di questo lavoro è di Massimiliano Nespola.
Buona lettura
GLI ATTORI RILEVANTI AL MOMENTO
Osserviamo attualmente quanto l’intervento internazionale sul campo ucraino possa risultare fondamentale; le prospettive che si delineano sono tutt’ora non chiare riguardo alla speranza di una fine del conflitto contro la Russia. Si avverte quindi la necessità di giungere ad accordi rispetto all’impossibilità attuale di un cessate il fuoco, soprattutto a causa di personaggi quali Putin, restii al raggiungimento di un momento di conciliazione.
In merito a ciò, c’è da considerare che il triangolare tra Erdogan, Zelensky ed il Segretario Generale dell’ONU, Guterres, potrebbe tramutarsi in un punto cardine verso la pace. Erdogan sostiene da sempre l’Ucraina, la libertà della stessa e dei suoi territori internazionalmente riconosciuti. Erdogan, dimostrandosi incline ad appoggiare Zelensky in campo militare e politico ed in favore della ristrutturazione del Paese dilaniato da continui attacchi e bombardamenti, è disposto ad incontrare Putin stesso, per riaprire con lui ad Instanbul i colloqui diretti recentemente interrottisi.
Zelensky e Guterres si sono incontrati per giungere ad una soluzione affinché cessino il conflitto da ogni lato. A termine del triangolare, il vice portavoce del segretario generale Onu, Farhan Haq, ha ritenuto che si sia ancora lontani dal raggiungimento della pace. Anche Zelensky da parte sua vede ancora lontani i possibili accordi, fino a quando le parti ostili all’Ucraina perseguano i propri scopi con violenze, attacchi, spargimento di sangue. Zelensky sostiene che i colloqui potrebbero aprirsi nel momento in cui i soggetti invasori inizino ad allontanarsi dai territori occupati illegittimamente.
BUON GIOCO PER LA TURCHIA
Erdogan si trova a osservare continui scarichi di responsabilità da entrambi gli attori più rilevanti in questione, Zelensky e Putin. Tuttavia, al momento è la Turchia a giocare un ruolo chiave per il raggiungimento di accordi che favoriscano una apertura concreta nella direzione di colloqui di pace finora solo abbozzati. La Turchia mostra di essere chiaramente schierata con l’Ucraina e pronta a sfavorire Mosca, malgrado i suoi collegamenti aerei mai cessati con la Russia. Erdogan è altresì pronto a vendere droni Bayraktar agli ucraini. Non si è opposto inoltre all’entrata nella NATO della Svezia e della Finlandia, ma a patto di raggiungere condizioni favorevoli per la Turchia rispetto al conflitto della stessa contro i curdi.
La Turchia pertanto entra legittimamente nel gioco dei trattati tra Stati Uniti, Europa e NATO. La sua posizione favorisce notevolmente le relazioni con alcuni Paesi del Medio Oriente, mettendoli in condizione di un pieno appoggio all’Ucraina.
Il problema che persiste è quello di far scendere a patti Putin: è ciò che finora pare essere più difficile ed improbabile da raggiungere. Il duro scontro al quale tutto il mondo deve fare fronte è quello tra Washington e Mosca. Su questo fronte, Erdogan sfrutta abilmente i propri assi nella manica con un doppio gioco non del tutto chiaro e lineare. Erdogan è infatti forte del fatto di sapere che in campo internazionale il suo ruolo è indispensabile, soprattutto nelle fila della NATO. Il mondo non può fare a meno della partecipazione turca nel conflitto ed Erdogan sta pertanto architettando piani a suo favore.
Daniel Mateo Montalcini - a cura di Massimiliano Nespola
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