martedì 25 ottobre 2022

Conflitto russo-ucraino: diario degli ultimi giorni

di D. M. Montalcini

 

14.10.2022

Di fronte a questo nascente nuovo Governo di chiaro stampo conservatore, a mio modo di vedere neofascista, legato ad una filosofia che comunque la si voglia classificare è chiaramente nostalgica di quello che fu il MSI, divenuto successivamente AN e poi FdI, l’Italia, assieme agli altri Paesi dell’Unione Europea, deve far fronte ad una instabilità internazionale che si riflette sull’economia continentale ed globale.

L’Ucraina continua a mostrarsi ferma e determinata nel proseguire con la sua controffensiva, per opporsi alle truppe russe che erano avanzate nei territori ucraini del Donbass con lo scopo di prendere il controllo strategico-economico della costa del Mar Nero. La controffensiva ucraina appare finora efficace e raccoglie i suoi primi frutti, a partire dalla  riconquista di città ed aree sottratte illegalmente, come dimostra il referendum sostenuto dagli ucraini nostalgici filorussi, non legittimato internazionalmente, una vera e propria farsa alla quale il governo di Kiev si oppone. L’illusione creata da Putin per manie di grandezza e di totalitarismo, pare attualmente sgretolarsi nelle sue stesse mani.

 

16.10.2022

Strategie militari

Le strategie militari vedono attualmente una serie di rimpalli di responsabilità da un rappresentante politico all’altro, a cominciare da Macron, il quale ha annunciato di fronte a tutti i suoi alleati continentali ed internazionali che la Francia non farà mai uso dell’atomica, nonostante il rischio di un possibile attacco concreto da parte russa.

Borrell, alto rappresentante della politica estera a livello UE, ha dichiarato al contrario che, se per qualsiasi motivo dovesse verificarsi un attacco nucleare da parte di Putin, gli alleati non faranno mancare una controffensiva convenzionale, annichilendo ogni mira russa. Tra i due protagonisti il primo pare vestire l’abito del poliziotto buono, mentre, a seconda delle prese di posizione, Borrell funge a tratti da poliziotto cattivo e le sue dichiarazioni dimostrano quanto seriamente sia da affrontare la situazione, a fronte della minaccia nucleare.

 

24.10.2022

La democrazia, concetto molto trattato ma alieno tutt’ora a molti

Dal momento in cui Putin, preso da deliri di onnipotenza che tragicamente gli stanno sfuggendo dalle mani, ha dovuto riscontrare il fallimento della missione sul Donbass, varie testate giornalistiche hanno riconosciuto i suoi errori. Allo stesso tempo, gli ucraini, da vittime, stanno strenuamente rispondendo ed ottenendo ragione sulla riconquista di svariati territori dell’area contesa, che inoltre riconosce la falsità del referendum pro Russia al quale molti abitanti locali nostalgici davano ragione.

Il direttore di Novaya Gazeta Europe Kirill Martynov ha affermato che, andandosene dalla Russia non approvando l’operato di Putin, non si sarebbe più occupato di giornalismo nel mero senso del termine, bensì avrebbe iniziato una missione d’impegno in sostegno di Kiev con la speranza di riformare la Russia per renderla un Paese più democratico e libero. A seguito della presa della Crimea da parte russa, nel 2014 Martynov si definì immediatamente filoucraniniano, un termine equivalente ad un oltraggio per i vertici del Cremlino.

Martynov ha rilasciato al “Foglio” le sue dichiarazioni in merito alla censura ormai dilagante in Russia, dove fino a 8 anni or sono ognuno poteva definirsi liberamente filo russo o filo ucraino senza nessuna contrapposizione, quando tra russi ed ucraini pareva si potesse vivere in armonia pur essendo due paesi separati. La presa della Crimea e il successivo avanzamento per ottenere il Donbass ha reso i rapporti tesi, ma tutto ciò di certo si poteva evitare; l'invasore ha infatti attuato un'azione spropositata.

Martynov ha altresì citato a questo riguardo la piattaforma Vkontakte (VK), la più usata per un flusso costante di interazioni tra contenuti russi ed ucraini. Questa corrispondenza non era solo social, bensì comprendeva una fitta rete di scambi commerciali. In breve, non era un mistero che tra i due Paesi vi fosse uno spazio aperto ed operoso di scambi, che la Russia ha voluto drammaticamente interrompere.

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