L'editing è a cura di Massimiliano Nespola.
Buona lettura
16 settembre ‘22: NODI CHE TORNANO AL PETTINE
Da quando, negli ultimi giorni, le truppe ucraine hanno ripreso controllo effettivo su alcune zone chiave del Donbass e su territori ad alto rischio per la presenza di centrali nucleari, come quella di Zaporizhzhya, il presidente Zelensky ha dichiarato senza mezzi termini che è alquanto rischioso non preservare le centrali nucleari, osservando il rischio elevato a livello internazionale che una tale mancanza potrebbe comportare. Definisce questa variante una vera catastrofe, se dovesse verificarsi un’esplosione.
L’Aiea, Agenzia internazionale per l'energia atomica, non ha ancora fornito il nullaosta per tutelare l’impianto. Durante il Forum Ambrosetti tenutosi a Cernobbio, in provincia di Como, Zelensky ha ribadito che vi sono rischi connessi al fatto di lasciare allo sbando la suddetta centrale nucleare, senza copertura e con la possibilità di controllo da parte delle truppe avversarie.
Intanto i militari russi hanno bloccato tempestivamente i giornalisti, negando loro la possibilità di riportare le dinamiche correnti in Ucraina. La censura limita la possibilità di produrre reportage di fatti e vicende secondo parametri stabiliti dal regime; non è permesso altresì fare filtro per documentare interamente la crisi tutt’ora in atto e le possibili soluzioni da intraprendere.
24 settembre ‘22: IL RUOLO DELL’EUROPA NEL CONFLITTO
All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Unione europea può adesso assumere un ruolo più rilevante rispetto alla situazione di guerra nel territorio ucraino. Putin, che finora vedeva la Cina, la Turchia e l’India a suo fianco, vede attualmente i tre Paesi menzionati allontanarsi da lui, per riconoscere la necessità urgente di raggiungere un cessate il fuoco, col fine di riaprire alle trattative politico commerciali finora ostacolate dalle incertezze del conflitto.
Putin si è perciò scavato la fossa da solo, isolandosi maggiormente. Portando avanti questa inutile guerra e le conquiste dalla Crimea ai territori del Donbass, compresa anche Odessa per mantenere il controllo sugli scambi commerciali per via marittima, lo zar ha reso note al mondo le sue folli idee imperialistiche e revansciste. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha fortemente criticato le ragioni di Putin, inammissibili per una Unione europea la cui azione diplomatica è volta al contrario ad una sempre maggiore coesione internazionale.
29 settembre ‘22: A PUTIN MANCA LA TERRA SOTTO I PIEDI
Ormai resosi conto di essere alle strette, considerando erroneamente che la conquista dell’Ucraina sarebbe stata una passeggiata, Putin ha visto che improvvisamente la situazione gli è scivolata dalle mani o, per essere più espliciti, la terra conquistata è iniziata tutt’un tratto a crollargli sotto i piedi.
L’invasione dell’Ucraina è seguita infatti all’apparentemente veloce conquista della Crimea, regione meridionale Ucraina sulle sponde Del Mar Nero, pertanto di rilevanza economico politica, così come Odessa, per il controllo di attività commerciali e scambi marittimi.
La determinazione delle truppe ucraine, certamente supportate militarmente e tramite un cospicuo dispiego di mezzi da parte occidentale, ha visto il terreno di battaglia volgere a favore degli oppressi, che lentamente stanno riacquisendo i territori del Donbass contesi e vederli tornare entro i confini e l’amministrazione ucraina.
Gli ultimi colloqui di Putin con il presidente turco Erdogan sono volti a riaprire concretamente le trattative per una pace effettiva ed il cessate il fuoco in Ucraina, in quanto Mosca dimostra chiaramente di non poter più sostenere tale peso bellico.
La determinazione delle truppe ucraine, certamente supportate militarmente e tramite un cospicuo dispiego di mezzi da parte occidentale, ha visto il terreno di battaglia volgere a favore degli oppressi, che lentamente stanno riacquisendo i territori del Donbass contesi e vederli tornare entro i confini e l’amministrazione ucraina.
Gli ultimi colloqui di Putin con il presidente turco Erdogan sono volti a riaprire concretamente le trattative per una pace effettiva ed il cessate il fuoco in Ucraina, in quanto Mosca dimostra chiaramente di non poter più sostenere tale peso bellico.
Erdogan ha espresso in prima persona la necessità urgente di accelerare sulla via di un dialogo che sia in grado di ridurre le perduranti tensioni ed ha spinto Putin, sulla base di motivazioni anche di realpolitik, ad aprire maggiormente ai negoziati. La Turchia, da parte sua, ha dichiarato di voler fornire la massima collaborazione in tale ambito.
30 settembre ‘22: UCRAINA NELLA NATO
Il presidente ucraino Zelensky venerdì pomeriggio ha presentato ufficialmente la richiesta formale di ingresso del suo Paese nella NATO. Allo stesso tempo, lo sfidante Putin ha dichiarato effettiva l’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine a seguito del risultato del referendum, in realtà farsesco e pertanto illegale, svoltosi per dare voce ai cittadini ucraini che desiderano al contrario essere russi. A questo riguardo, Zelensky ha ribadito che il Paese da lui guidato sta compiendo passi importanti per favorire la sicurezza delle nazioni libere.
In merito all’ingresso nella NATO, Zelensky sostiene di aver già dimostrato che l’Ucraina rispetta tutti gli standard richiesti perché possa realizzarsi, per cui la ritiene già de facto compiuto. Il presidente ucraino si mostra altresì flessibile rispetto alla possibile riapertura di un dialogo con la Russia ma di certo non con un leader totalitario quale è Putin. L’annessione alla NATO ad ogni modo si può concretizzare solo a seguito del plenum di accordi e dell’approvazione da parte di tutti i Paesi membri, nessuno escluso.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
30 settembre ‘22: UCRAINA NELLA NATO
Il presidente ucraino Zelensky venerdì pomeriggio ha presentato ufficialmente la richiesta formale di ingresso del suo Paese nella NATO. Allo stesso tempo, lo sfidante Putin ha dichiarato effettiva l’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine a seguito del risultato del referendum, in realtà farsesco e pertanto illegale, svoltosi per dare voce ai cittadini ucraini che desiderano al contrario essere russi. A questo riguardo, Zelensky ha ribadito che il Paese da lui guidato sta compiendo passi importanti per favorire la sicurezza delle nazioni libere.
In merito all’ingresso nella NATO, Zelensky sostiene di aver già dimostrato che l’Ucraina rispetta tutti gli standard richiesti perché possa realizzarsi, per cui la ritiene già de facto compiuto. Il presidente ucraino si mostra altresì flessibile rispetto alla possibile riapertura di un dialogo con la Russia ma di certo non con un leader totalitario quale è Putin. L’annessione alla NATO ad ogni modo si può concretizzare solo a seguito del plenum di accordi e dell’approvazione da parte di tutti i Paesi membri, nessuno escluso.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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