venerdì 5 aprile 2024

"Non è l'Europa che sognavo"

 Nel lontano 2010, veniva pubblicato il volume del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi "Non è il paese che sognavo – Taccuino laico per i 150 anni dell’Unità d’Italia" (casa editrice "Il Saggiatore"). Lessi con interesse tutto il suo scritto, recensito come ”Un'intensa confessione davanti al camino, un bilancio, un taccuino laico per i 150 anni del nostro paese” a colloquio con Alberto Orioli.

Il titolo del libro è ora lo spunto per una amara presa di coscienza rispetto ai temi trattati spesso ottimisticamente su questo blog, dopo letture disparate e ad ampio raggio, alla ricerca di prospettive di avanzamento del processo di integrazione europea. Sono semplici parole ispirate dal Presidente Ciampi: “Non è l’Europa che sognavo”. Giunti a questo punto infatti, a due mesi e tre giorni dalle prossime elezioni europee, le riflessioni affidate in libertà alla tecnologia sul blog devono fare i conti con un sano e necessario realismo.

Poco di quanto l’Unione europea ha programmato si è effettivamente realizzato. La Costituzione europea intesa in senso federale è ad oggi molto lontana e alcuni governi non hanno interesse nemmeno a riformare il Trattato di Lisbona. Non vi sono certezze sul futuro dei rapporti con il resto del mondo e l’idea di essere faro di rispetto di diritti e democrazia non si è realizzata. Una minacciosa guerra in Europa (perché l’Ucraina è Europa) e alle porte dell’Ue e della Nato lascia presagire che nei prossimi anni, in mancanza di una politica estera di alto livello, l’Unione non siederà attorno al tavolo delle trattative come attore.

Nel frattempo, euroscetticismo e nazionalismi contagiano anche una parte non trascurabile dell’elettorato di alcuni Stati fondatori. Al pessimismo della ragione si dovrebbe accompagnare l’ottimismo della volontà. Appunto, si dovrebbe.

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog è partner di