Dal sito istituzionale del Parlamento europeo:
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AVVERTENZA: Qui si dà spazio a notizie poco trattate nel mainstream, nella convinzione che sia necessario differenziarsi e parlare di ciò di cui si parla poco. Questo blog, inoltre, tratta temi europei secondo il punto di vista degli autori. Si consiglia quindi di integrare la conoscenza delle informazioni qui trattate anche con altre fonti. Il tema trattato, infatti, è molto vasto, pertanto non è possibile per un singolo free lance dare visibilità all'intera produzione scientifica sul tema.
Dal sito istituzionale del Parlamento europeo:
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Dal sito istituzionale del Parlamento europeo:
"Martedì 17 dicembre, i deputati discuteranno della cattiva informazione e della disinformazione che circolano sui social media e dei pericoli che rappresentano per elezioni libere ed eque in Europa
Il dibattito in plenaria arriva dopo la decisione della Corte costituzionale rumena di annullare il primo turno delle recenti elezioni presidenziali del paese a seguito di segnalazioni di possibili ingerenze straniere. Evento accaduto dopo l’"ordine di conservazione" emesso dalla Commissione UE nei confronti di TikTok, ordinando alla piattaforma di congelare e conservare i dati sui sistemi di raccomandazione e contenuti politici a pagamento relativi alle elezioni nazionali nell'UE tra il 24 novembre 2024 e il 31 marzo 2025.
Il dibattito in plenaria arriva dopo la decisione della Corte costituzionale rumena di annullare il primo turno delle recenti elezioni presidenziali del paese a seguito di segnalazioni di possibili ingerenze straniere. Evento accaduto dopo l’"ordine di conservazione" emesso dalla Commissione UE nei confronti di TikTok, ordinando alla piattaforma di congelare e conservare i dati sui sistemi di raccomandazione e contenuti politici a pagamento relativi alle elezioni nazionali nell'UE tra il 24 novembre 2024 e il 31 marzo 2025". (continua, clicca qui)
Si ringrazia l'ufficio stampa in Italia del Parlamento europeo
Comunicato stampa 13-12-2024 Premio Sacharov 2024 “Libertà di pensiero, un impegno comune” Esperienza Europa - David Sassoli, Piazza Venezia 6c, Roma Martedì 17 dicembre dalle 9:30 |
Il Parlamento europeo ha conferito il Premio Sacharov 2024 a María Corina Machado, leader delle forze democratiche in Venezuela, e al Presidente eletto Edmundo González Urrutia, in rappresentanza di tutti i venezuelani che lottano per il ripristino della libertà e della democrazia. L’incontro inizierà a Roma alle 9:30 con la proiezione di un video della vincitrice Machado, che racconterà la sua lotta per la democrazia e i diritti civili. A seguire, interverranno Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Tamara Sujú, direttrice esecutiva dell’Osservatorio per i diritti umani del Centro de Estudios para América Latina (CASLA), e Maria Claudia Lopez, capo della Coalizione democratica con VZLA Italia. In collegamento da Caracas prenderà la parola l'avvocata Maria Costanza Cipriani, che parlerà delle condizioni del marito Perkins Rocha, avvocato della Coalizione Democratica, arrestato lo scorso 27 agosto. La discussione proseguirà con gli interventi di Antonio Preziosi, direttore del TG2 Rai, Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, e Fabrizio Ferragni, direttore dell’Offerta Estero della Rai. L'incontro sarà moderato a Roma da Mariarita Grieco, vicedirettrice del TG1 Rai. Alle 11:00 il via alla seconda parte dei lavori con un dialogo tra Roma e Strasburgo sul ruolo del Parlamento europeo nella difesa dei diritti umani nel mondo introdotto da Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del PE in Italia. Interverranno la vicepresidente Antonella Sberna e gli eurodeputati Marco Falcone, PPE-FI, Alessandra Moretti, S&D-PD, Paolo Borchia, PfE-Lega, Carlo Fidanza, ECR-FdI, Ignazio Marino, Verdi/ALE-AVS e Pasquale Tridico, The Left-M5S. Alle 12:00, l’evento proseguirà con il collegamento in diretta con la plenaria di Strasburgo per il conferimento ufficiale del Premio Sacharov 2024 per la libertà di pensiero alle forze democratiche in Venezuela. Gli accrediti stampa verranno registrati in loco. Ingresso libero. L’evento sarà visibile sulla pagina YouTube del Parlamento europeo in Italia e sul sito Corriere.it Background Ogni anno, il Parlamento europeo conferisce il Premio Sacharov, che prevede una ricompensa di €50.000, per onorare e supportare persone e organizzazioni che si sono distinte nella difesa dei diritti umani, della democrazia e delle libertà fondamentali. I leader dell'opposizione venezuelana erano tra i 3 finalisti dell’edizione 2024, selezionati il 17 ottobre con il voto dei membri della commissione per gli affari esteri e quella per lo sviluppo del Parlamento europeo. Gli altri due finalisti erano Dr. Gubad Ibadoghlu, accademico e attivista anti-corruzione in Azerbaigian e i movimenti “Women Wage Peace” e “Women of the Sun” in Israele/Palestina. Il premio, lanciato nel 1988, prende il nome da Andrei Sacharov, fisico nucleare sovietico e forte difensore della democrazia e dei diritti umani. Ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 1975 per i suoi sforzi di sensibilizzazione sui pericoli della corsa agli armamenti nucleari. Link utili: Scheda dell’EPRS, il Servizio di ricerca del Parlamento europeo, sui “Vincitori del Premio Sacharov 2024 María Corina Machado e Edmundo González Urrutia e la loro lotta per la democrazia in Venezuela” Scheda sul Premio Sacharov |
L’Associazione Italiana Studiosi di Diritto dell’Unione Europea (AISDUE), cui aderisce la stragrande maggioranza dei docenti e dei ricercatori della materia, manifesta profonda preoccupazione per le diverse inesattezze espresse da alcuni esponenti del mondo istituzionale e universitario in merito ai rapporti tra il diritto nazionale e il diritto dell’Unione europea.
Il principio del primato del diritto dell’Unione europea sul diritto nazionale è acquisito da circa 70 anni ed è stato riconosciuto anche dalla nostra Corte costituzionale. Tale principio, volto a garantire che i cittadini europei siano tutelati allo stesso modo in tutti i Paesi dell’Unione stessa, comporta l’obbligo a carico delle autorità nazionali, incluse quelle giurisdizionali, di interpretare le norme interne, se possibile, in conformità al diritto dell’Unione, e, in caso contrario, di “disapplicare” il diritto nazionale incompatibile, anche se si tratta di leggi successive alle norme dell’Unione.
Collegato a tale principio, è il monopolio riservato alla Corte di giustizia di assicurare l’interpretazione del diritto dell’Unione, per modo che le sue sentenze obbligano il giudice nazionale ad attenersi a tale interpretazione.
Si tratta di principi acquisiti da tempo, condivisi da tutto l’arco della dottrina europea e ampiamente consolidati nella giurisprudenza degli Stati membri. In Italia, invece, recenti avvenimenti hanno provocato un acceso dibattito su quei principi, portando in qualche caso addirittura al rovesciamento degli stessi e ad affermazioni francamente inaccettabili.
Va però avvertito che simili posizioni, dovute forse al difficile e concitato contesto in cui sono state formulate, rischiano di nuocere al ruolo dell’Italia in Europa e mettono in crisi la stessa partecipazione del nostro Paese al processo di integrazione europea, fondato sugli artt. 11 e 117 della Costituzione e su una prassi ormai settantennale.
In questa situazione e anche in ossequio ai propri compiti statutari, l’AISDUE si rende disponibile ad offrire le proprie competenze nel quadro del dibattito che investe i delicati e complessi problemi posti dall’applicazione del diritto dell’Unione.
Roma, 2 novembre 2024
Il Presidente – Prof. Antonio Tizzano
Il Segretario generale – Prof.ssa Patrizia De Pasquale
Dall'Ufficio Stampa in Italia del Parlamento europeo
(mail: epitalia@europarl.europa.eu)
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La Commissione Ue, secondo il Mediatore europeo, non è stata "trasparente riguardo alle informazioni sui diritti umani su cui si è basata prima di firmare un accordo con la Tunisia che include fondi Ue per la gestione delle frontiere", e invita l'esecutivo comunitario a "definire criteri espliciti per la sospensione dei finanziamenti Ue. La Commissione non ha pubblicato alcuna informazione sull'esercizio di gestione del rischio su cui si è basata per il Memorandum d'intesa del 2023, nonostante le preoccupazioni dell'opinione pubblica sulla situazione dei diritti umani in Tunisia, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei migranti".
Secondo la portavoce dell'istituzione chiamata in causa, invece, è forte l'impegno della Commissione europea "per la trasparenza e la responsabilità"; e inoltre "la posizione della Commissione quando si tratta di un approccio alla gestione della migrazione basato sui diritti umani è molto chiara, e ciò è in linea con il diritto internazionale e quindi, guardando ancora una volta al futuro, siamo pronti a considerare i modi per un possibile miglioramento, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio dei diritti umani".
Leggi l'articolo dell'autore pubblicato su "La Ragione" Recenti classifiche sull’alfabetizzazione digitale vedono l’Italia...