venerdì 29 aprile 2022

Il conflitto e la sua rappresentazione

Fin dove si spingerà questa guerra? Oggi Daniel Mateo Montalcini raccoglie a caldo una serie di fatti relativi alla possibile evoluzione della strategia russa e al connesso futuro dell'Ucraina

Ma non solo: è presente anche uno spaccato su un elemento essenziale di questo conflitto, cioè la sua rappresentazione mediatica veritiera. Quando il giornalismo è parzialmente libero oppure del tutto assoggettato al controllo di un regime, diventa più complicato non solo indagare dentro le notizie, quanto soprattutto fornire una illustrazione chiara, corretta e completa dei fatti.

Si tratta di un problema molto serio che non riguarda solo i giornalisti, ma la collettività. 

Con particolare coinvolgimento, Massimiliano Nespola si è occupato di effettuare la revisione del pezzo.

Buona lettura 


FRASI AD EFFETTO

Secondo quanto riportato dall’ex ambasciatore USA in Polonia, Consigliere di Obama e Trump, Daniel Fried, la Russia punterebbe ad allargare i propri confini ai territori dell’ex Unione Sovietica. Si vorrebbe espandere fino alla Moldavia, il che implicherebbe di mandare armi: in quel frangente, la Russia perderebbe. Secondo il Ministro degli Esteri russo Lavrov, la guerra nucleare pare ormai prossima e concreta e non sarebbe da sottovalutare. Questa analisi è stata presto smentita da Fried, il quale ha definito le esternazioni di Lavrov non altro che intimidatorie.

Non vi è da escludere che la Russia possa fare uso dell’opzione nucleare sull’Ucraina, ma tale teoria non può paralizzare l’Occidente con paure strumentali. L’ex ambasciatore sostiene che il supporto all’Ucraina debba essere continuo e proseguire con le sanzioni alla Russia, che con il tempo produrranno i loro effetti. Gli USA avevano avvertito la Russia di non iniziare una guerra che altrimenti avrebbe portato a conseguenze disastrose, ma Putin non ha voluto ascoltarli, macchiandosi altresì di gravissimi crimini di guerra. 

La Russia, secondo Fried, perderà. Il suo disegno di ristabilire quello che fu l’URSS è un progetto vano, soprattutto vista la resistenza ucraina. Lo stato aggredito, inoltre, si sta avviando sempre più verso un’evoluzione sociale in senso democratico, quindi sta sempre più prendendo le distanze dall’autoritarismo russo.


IL FUTURO DELL’UCRAINA

Dmitry Rodionov, Direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell’Istituto di Sviluppo innovativo di Mosca, ha svolto uno studio per conto del Ministero della Difesa russo, secondo cui l’Ucraina meridionale deve rientrare sotto l’amministrazione e pertanto essere in futuro parte ufficiale della Russia, pur non sapendo tutt’ora attraverso quale modalità di annessione. La parte occidentale invece ritiene che debba essere lasciata al proprio destino. Se ne parla oggi in un’intervista sul “Corriere dell Sera” al suddetto studioso, realizzata dal giornalista Marco Imarisio.

Questa manovra non vieterebbe all’Ucraina di entrare nella NATO, bensì porterebbe alla creazione di uno spazio cuscinetto in difesa della Russia da eventuali attacchi occidentali. Nel prosieguo delle sue strategie, si rileva che Rodionov sostiene la necessità di creare un’Unione di Repubbliche popolari, o piuttosto una Repubblica ucraina interna alla Russia, oppure un’Ucraina federale. La decisione in merito va presa ad ogni modo dalla popolazione dei territori liberati. Per lui, ciò che conta è la riunificazione in un unico complesso economico e sociale. Bisognerà attendere che, anche con il passare del tempo, si chiarisca la situazione.


LIBERTA’ DI INFORMAZIONE A RISCHIO

La nota giornalista russa, Nadana Fridrikhson, lavora per Zvezda, tv russa che non è nient’altro che di proprietà del Ministero della Difesa russo. Sorge pertanto spontaneo chiedersi quale sia il livello di credibilità delle sue affermazioni riportate ad Otto e Mezzo, programma di informazione di La7 condotto dalla celeberrima giornalista Lilly Gruber, di cui Nadana è stata ospite. La conduttrice di Otto e Mezzo l’ha fortemente attaccata durante l’intervista, per la sua ovvia parzialità a favore del governo russo. Nadana ha rispettato i termini della censura chiesta da Mosca, non menzionando neppure il termine “guerra” per parlare di ciò che sta avvenendo in Ucraina da oltre due mesi, parteggiando palesemente a favore della propaganda putiniana.

Nadana ha sostenuto che la Russia non avrebbe affatto occupato il Donbass, bensì che ne approva l’autonomia dal governo ucraino di cui la regione fa parte. La giornalista russa ha proseguito sostenendo che l’intervento russo fungerebbe da protezione della popolazione locale, tra cui sono notoriamente presenti molti abitanti filorussi. Questa definizione è stata duramente criticata dalla Gruber, che le ha ribadito la sua opinione: Nadana ha un incarico giornalistico per conto di un canale informativo non indipendente. A seguito di ciò, Nadana è finita sotto il controllo della Vigilanza RAI e del Copasir, a seguito della sua recente ospitata a Cartabianca.

In sua difesa e per non innescare dibattiti televisivi e successivamente discussioni  sui media, è intervenuta Bianca Berlinguer, nota voce e firma del giornalismo nazionale (nonché figlia del leader del PCI, Enrico Berlinguer), che ha subito spento tutti i fuochi accesi, sostenendo che la collega russa segnalata per il fatto di lavorare per un TG non indipendente, avrebbe già partecipato a numerose trasmissioni su altre reti nazionali, precedenti a Cartabianca.


Daniel Mateo Montalcini - a cura di Massimiliano Nespola

2 commenti:

  1. Caro Daniel, sei stato bravissimo. Dettagliato e obiettivo. Come dovrebbero essere tutti i giornalisti e purtroppo non lo sono. A contorno del tuo articolo fammi ricordare che, quanto dice Rodionov, era stato già detto da Putin quando affermò che l'Ucraina era in parte Russia e in parte Europa. Senza un vero spirito nazionale. Una mera definizione geografica come disse Metternich per l'Italia al Congresso di Vienna nel 1821. La storia poi ha dimostrato che Metternich si sbagliava e, a mio modo di vedere, sembra che anche Putin si sia sbagliato.

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  2. Grazie al nostro lettore per questo interessante spunto, che ci ricorda anche l'importanza della conoscenza della Storia nei suoi dettagli: le linee del passato aiutano a comprendere il presente e il futuro e li determinano.

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