mercoledì 6 aprile 2022

Quale strategia per il conflitto ucraino?

Ed ecco un nuovo spunto di Daniel Mateo Montalcini sul tema della guerra russo - ucraina. Sono riflessioni che l'autore riporta secondo un punto di vista e una sensibilità attenta al ruolo di Israele in questo conflitto.

Il pezzo è stato letto e rivisto da Massimiliano Nespola.

Si ricorda che è possibile esprimere proprie opinioni, commentando il pezzo; sia l'autore che Massimiliano vi invitano a farlo.

Buona lettura


VISIONI DIFFERENTI SUL “CHE FARE”

Dall’inizio del conflitto proclamato da Putin con l’invasione del territorio ucraino (seguita a quella della Crimea), la Gran Bretagna si è schierata a favore di una rapida risposta alla Russia; ciò al fine di stroncare subito tale azione. Invece, gli Stati Uniti e l’UE hanno preferito seguire altre strade, più orientate al dialogo e semmai alle sanzioni economiche, per sviluppare le trattative ed evitare una escalation bellica. Ma a tali tentativi sono seguiti comunque la distruzione e danneggiamenti di interi quartieri e città, costringendo i cittadini, bambini e donne a trovare rifugio nei paesi confinanti ed in tutta Europa.

I britannici, spesso criticati soprattutto dal momento in cui hanno deciso di uscire dall’Unione europea, si dimostrano più concreti; la loro determinazione, spesso, gli dà ragione. Ora si fa ampio uso dei media per documentare, per quanto possibile, gli orrori di questa guerra, ma forse si sarebbe potuto prendere maggiormente in considerazione la via indicata dalla Gran Bretagna: colpire subito la Russia.

Anche Israele è pienamente coinvolto sul campo, offrendo supporto logistico e di approvvigionamento e creando ponti di soccorso agli ucraini, ospitandoli in Israele. Si è tenuto in conto il forte legame storico e culturale del popolo ebraico con l’Ucraina, ove, nel periodo precedente alla Shoah, il 5% della popolazione ucraina era di fede ebraica: la più grande comunità europea di ebrei.

 

ARMI E TECNOLOGIE PER VINCERE LA GUERRA

A seguito di un sempre maggiore inasprimento dello scontro tra Russia ed Ucraina, Israele, che partecipa alle mediazioni per trovare accordi, si sta rifiutando di vendere armi e tecnologie a Kiev, col fine di non indispettire Mosca. Israele, secondo quanto riportato dal Washington Post e dal Guardian, ha impedito a Kiev di acquistare lo spyware Pegasus del gruppo NSO, per timore di una reazione russa. Detto software spia è uno strumento di alta tecnologia, che permette di hackerare qualsiasi cellulare e intercettare conversazioni telefoniche, leggere messaggi di testo o visualizzare fotografie.

In questo scenario di conflitto tra Russia ed Ucraina, in cui entrambi puntano a conseguire vantaggi strategici, Pegasus potrebbe rivelarsi fondamentale per controllare le comunicazioni nemiche. Da indagini giornalistiche risulta che il gruppo NSO, regolamentato dal Ministero della Difesa israeliano, non sia mai stato autorizzato a commerciare o vendere lo spyware Pegasus all’Ucraina. Sin dall’inizio dell’invasione del 24 febbraio 2022, questo atteggiamento di parziale sostegno ha fortemente indispettito Zelensky, che ha contestato apertamente tale mossa, in quanto vista come un  modo attraverso il quale Israele può avvantaggiare – sebbene indirettamente – la Russia.

 

Daniel Mateo Montalcini (a cura di Massimiliano Nespola, giornalista)

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