Nel racconto di questi giorni difficili, in cui ancora non si conoscono le proporzioni del conflitto russo - ucraino e non si intravede una via d'uscita, Daniel Mateo Montalcini si è soffermato su alcuni elementi da porre all'attenzione: il temibile ruolo del giornalista pro Putin, Dimitri Kiselyiov, la trasferta dei leader dello storico gruppo degli U2 a Kiev, la verità - difficilmente riscontrabile - sul reale stato di salute dell'economia russa.
Massimiliano Nespola si è occupato dell'editing.
Buona lettura
COME SMANTELLARE L’ATOMICA
James Bond, agente segreto 007 alla corte della Regina Elisabetta II, è tornato in azione. Ne indossa i panni Dimitri Kiselyiov, noto presentatore televisivo, giornalista e propagandista russo molto a favore di Putin, lanciando però gravi minacce dirette alla Corona britannica. Lo fa tramite l’utilizzo di immagini propagandistiche strumentali, che mostrano la possibilità di annientare il Regno Unito rapidamente. Il giornalista russo in questione minaccia il premier britannico della possibilità di utilizzare droni subacquei che azionerebbero una superbomba atomica, la quale creerebbe uno tsunami radioattivo di 500 metri che sommergerebbe Albione (ossia la Gran Bretagna, chiamata con il suo storico nome).
Il sorriso sornione dell’anchorman televisivo russo è paragonabile a quello del peggior agente segreto britannico piuttosto che a quello del leader del consorzio mediatico Rossiya Segodnia. Queste minacce mediatiche, per esercitare pressione e cercare di tenere in scacco un Paese intero e tutti gli altri paesi che collaborano con l’Ucraina, non sono le prime a verificarsi. Sono strumenti di esaltazione della potenza nucleare russa, utilizzati per nascondere le reali debolezze del Paese invasore e per dar motivo alla NATO e a tutto l’Occidente di indugiare nell’azione, per arginare il rischio di possibili conseguenze drastiche.
CANTARE IN NOME DELLA PACE
Inaspettatamente a Kiev sono arrivati Bono Vox, il frontman del gruppo musicale conosciuto in tutto il mondo, gli U2 di Berlino, Paul David Hewson all’anagrafe, ed il bassista del medesimo gruppo musicale The Edge, altrimenti detto David Howell Evans. Entrambi i membri degli U2 sono noti attivisti politici schierati contro ogni conflitto ed estremismo politico. I due, giunti nella capitale ucraina, si sono diretti alla stazione metropolitana Khreschatyk dove si sono esibiti senza preavviso.
Arrivati alla suddetta fermata, sono scesi con l’esercito, per poi cantare “Stand by Ukraine”, presentando inoltre altri noti successi del gruppo, in particolar modo i testi che cantano la libertà e denunciano le oppressioni e le discriminazioni. Bono, durante lo spettacolo inatteso, ha inneggiato espressamente alla libertà per l’Ucraina ed alla sua lotta per l’indipendenza. Ha soprattutto parlato di pace in favore del Paese oppresso.
Le canzoni più note e forse più importanti del repertorio presentato dagli U2, che inneggiano a questi temi, sono state “Desire”, “With or without you” e “Sunday Bloody Sunday”. Bono ha acclamato a gran voce che la lotta ucraina non rappresenta solo la lotta per la libertà del Paese, bensì si svolge a nome della libertà di ogni popolo, ovunque oppresso. È il grido per tutti coloro che amano la libertà. Il cantante si era già schierato precedentemente a favore dell’Ucraina, anni addietro. Aveva non banalmente dedicato una poesia all’Ucraina. Nel 2018 si era già recato nella capitale ucraina rivolgendosi al pubblico nell’ambito del 15imo incontro annuale della Strategia Europea di Yalta.
VIVERE IN UN’ILLUSIONE
La Russia è cosciente, ma non vuole dimostrarlo, o ancora si illude di non crederci facendo uso di propaganda ed immagini illusorie, di stare attraversando una delle peggiori crisi economiche della sua storia. Le sanzioni che molti analisti ritengono inefficaci, nel medio-lungo termine possono invece dispiegare tutti i loro effetti. Nel frattempo, la Russia pare essersi adagiata in questo stato di restrizioni economiche imposte dall’Occidente. Il rublo, in risposta al crollo del 40% avvenuto dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, sarebbe poi rimbalzato a livelli precedenti.
La Banca Centrale russa del resto, da parte sua, aveva, per scopi tecnici volti a contenere il crollo, alzato i tassi d’interesse del 20%. Successivamente, ha applicato un lieve taglio degli interessi al 17% e al 14%, per ridare ossigeno entro i limiti ai sostentamenti economici. Per ironia della sorte, a causa della crisi geopolitica, la conseguente impennata dei prezzi di gas e petrolio non avrebbe svuotato le casse del Cremlino. Il tanto temuto default apparentemente prossimo non sarebbe affatto avvenuto: nelle principali città russe, dove si prevedeva uno scenario allarmante per l’economia e gli affari, ciò non si sarebbe verificato, o almeno sono circolate immagini di negozi e scaffali tutto fuorché vuoti.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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