sabato 21 maggio 2022

La situazione attuale del conflitto e la Storia

Pubblichiamo un intervento di Daniel Mateo Montalcini focalizzato, come di consueto, sul monitoraggio della situazione di conflitto russo-ucraino. Al monitoraggio di questi ultimi giorni, si accompagnano alcune pillole di Storia.

Editing di Massimiliano Nespola.

Buona lettura


LE FAKE NEWS SONO UN BOOMERANG

Il 16 maggio scorso, la TV di Stato russa ha diffuso verità schiaccianti, che rivoluzionano la visione e le considerazioni sulla conduzione della guerra russo-ucraina, molto spettacolarizzata, finora, con l’obiettivo di non far comprendere la situazione reale. L’ex ufficiale russo Khodarjonok ha infatti rivelato messaggi inequivoci in merito alla motivazione e determinazione dell’esercito ucraino contro un sempre più debole e danneggiato economicamente esercito russo. Gli ucraini paiono talmente influenti da mobilitare un milione di uomini, il che non può far altro che peggiorare lo scenario a sfavore dei russi.       

Le dichiarazioni del Colonnello portano a non poter più nascondere la verità sugli eventi, finora abilmente nascosti dalla propaganda russa. Gli insuccessi russi durante 80 giorni di conflitto sono troppi evidenti da nascondere. Il Guardian ha riportato il 17 maggio la notizia secondo cui la madre di un soldato russo presente sulla nave affondata Moskva continuava a chiedere informazioni sul figlio senza ricevere risposte; dal che traspare la falsità delle dichiarazioni secondo cui invece tutto andrebbe bene.                               

Le opzioni rimaste al Cremlino sono ormai limitate. Una consiste nella possibile uscita dal campo convenzionale per avviare una soluzione diplomatica, la sola percorribile per raggiungere nuovi equilibri. Tuttavia, il 17 maggio Zelensky ha dichiarato rivolgendosi a Macron che le trattative sarebbero ad un punto morto. Putin, da parte sua, non ha ancora ufficialmente alzato bandiera bianca, ma non può fare altro che agire per uscire da una situazione senza via di scampo nella quale si è cacciato da solo.

 

SENZA VINCITORI NÉ VINTI

Con il continuo rovesciamento delle strategie di guerra, nell’area ucraina del Donbass si è pronti ad assistere ad un inasprimento del conflitto; gli americani sembrano ora intenzionati a rafforzare le sanzioni, sostenendo i militari ucraini, anche se da ciò conseguirà il prolungamento della guerra. Biden da parte sua sembra sempre più convinto a portare Putin, quale criminale di guerra internazionale, di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja.

Lo scenario cambia in funzione della possibile, ma non ancora certa, sconfitta della Federazione russa. Comunque andasse a finire, portare Putin all’Aja appare molto improbabile, data la dimensione e la cultura imperiale russa, differente da quella serba dell’ex leader Milosevic, che si riuscì a portare sul banco degli imputati, anche se la sua morte avvenne prima del termine del processo a suo carico. Alla fine del secondo conflitto mondiale, le Nazioni Unite non hanno riconosciuto l’ex URSS quale potenza imperiale ed a seguito della fine della guerra fredda ciò è stato motivo di profondo e crescente risentimento per gli ex sovietici.

Al risentimento fece seguito la preoccupazione russa dell’allargamento ad Est della NATO, comprendendo i Paesi Baltici, Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per ironia della sorte, per chiudere il cerchio magico dei Paesi dell’Est spinti verso la NATO manca ora giusto l’Ucraina. La Russia la considera al contrario regione di sua appartenenza; in merito a ciò, è interessante ricordare alcuni fatti storici: nel 1812 l’esercito napoleonico vi passò, così come Hitler, nel 1941, per invadere la Russia. La Storia dell’Europa, come si può notare, è in realtà ben più complessa delle affermazioni di un singolo, è costellata di tensioni e rovesciamenti degli equilibri. Inoltre il diritto internazionale, diversamente da pretese di aggressione basate su presunte appartenenze storiche, riconosce ai popoli la facoltà di autodeterminarsi; è a questo caposaldo che bisogna guardare, nella vicenda ucraina, per capire dove cercare le ragioni e dalla parte di chi.

La NATO a cui la Russia si oppone strenuamente è un’alleanza politico-militare creata nel 1949, da subito, nel dopoguerra, con lo scopo di ostacolare ogni avanzamento dell’URSS. La stessa URSS crollò, nel 1991, a seguito della caduta del Muro di Berlino avvenuto il 9 Novembre 1989, che sancì una divisione in Stati indipendenti prima satelliti dell’URSS, e dopo la cattura di Gorbachev, ultimo leader sovietico e promotore della Perestroika, un tentativo di democratizzazione dell’impero e del totalitarismo comunista.

 

Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola

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