Pubblichiamo un intervento di Daniel Mateo Montalcini focalizzato, come di consueto, sul monitoraggio della situazione di conflitto russo-ucraino. Al monitoraggio di questi ultimi giorni, si accompagnano alcune pillole di Storia.
Editing di Massimiliano Nespola.
Buona lettura
LE FAKE NEWS SONO UN BOOMERANG
Il 16 maggio scorso, la TV di Stato russa ha diffuso verità
schiaccianti, che rivoluzionano la visione e le considerazioni sulla conduzione
della guerra russo-ucraina, molto spettacolarizzata, finora, con l’obiettivo di
non far comprendere la situazione reale. L’ex ufficiale russo Khodarjonok ha infatti
rivelato messaggi inequivoci in merito alla motivazione e determinazione
dell’esercito ucraino contro un sempre più debole e danneggiato economicamente
esercito russo. Gli ucraini paiono talmente influenti da mobilitare un milione
di uomini, il che non può far altro che peggiorare lo scenario a sfavore dei
russi.
Le dichiarazioni del Colonnello portano a non poter più
nascondere la verità sugli eventi, finora abilmente nascosti dalla propaganda
russa. Gli insuccessi russi durante 80 giorni di conflitto sono troppi evidenti
da nascondere. Il Guardian ha riportato il 17 maggio la notizia secondo cui la
madre di un soldato russo presente sulla nave affondata Moskva continuava a
chiedere informazioni sul figlio senza ricevere risposte; dal che traspare la
falsità delle dichiarazioni secondo cui invece tutto andrebbe bene.
Le opzioni rimaste al Cremlino sono ormai limitate. Una consiste nella possibile uscita dal campo convenzionale per avviare una
soluzione diplomatica, la sola percorribile per raggiungere nuovi equilibri. Tuttavia,
il 17 maggio Zelensky ha dichiarato rivolgendosi a Macron che le trattative
sarebbero ad un punto morto. Putin, da parte sua, non ha ancora ufficialmente alzato
bandiera bianca, ma non può fare altro che agire per uscire da una situazione senza via di scampo nella quale si è cacciato da solo.
SENZA VINCITORI N
Con il continuo rovesciamento delle strategie di guerra, nell’area
ucraina del Donbass si è pronti ad assistere ad un inasprimento del conflitto;
gli americani sembrano ora intenzionati a rafforzare le sanzioni, sostenendo i
militari ucraini, anche se da ciò conseguirà il prolungamento della guerra.
Biden da parte sua sembra sempre più convinto a portare Putin, quale criminale
di guerra internazionale, di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja.
Lo scenario cambia in funzione della possibile, ma non ancora
certa, sconfitta della Federazione russa. Comunque andasse a finire, portare
Putin all’Aja appare molto improbabile, data la dimensione e la cultura
imperiale russa, differente da quella serba dell’ex leader Milosevic, che si
riuscì a portare sul banco degli imputati, anche se la sua morte avvenne prima
del termine del processo a suo carico. Alla fine del secondo conflitto mondiale,
le Nazioni Unite non hanno riconosciuto l’ex URSS quale potenza imperiale ed a
seguito della fine della guerra fredda ciò è stato motivo di profondo e
crescente risentimento per gli ex sovietici.
Al risentimento fece seguito la preoccupazione russa dell’allargamento
ad Est della NATO, comprendendo i Paesi Baltici, Polonia, Romania, Ungheria,
Repubblica Ceca e Slovacchia. Per ironia della sorte, per chiudere il cerchio
magico dei Paesi dell’Est spinti verso la NATO manca ora giusto l’Ucraina. La
Russia la considera al contrario regione di sua appartenenza; in merito a ciò,
è interessante ricordare alcuni fatti storici: nel 1812 l’esercito napoleonico
vi passò, così come Hitler, nel 1941, per invadere la Russia. La Storia dell’Europa,
come si può notare, è in realtà ben più complessa delle affermazioni di un
singolo, è costellata di tensioni e rovesciamenti degli equilibri. Inoltre il
diritto internazionale, diversamente da pretese di aggressione basate su
presunte appartenenze storiche, riconosce ai popoli la facoltà di autodeterminarsi;
è a questo caposaldo che bisogna guardare, nella vicenda ucraina, per capire
dove cercare le ragioni e dalla parte di chi.
La NATO a cui la Russia si oppone strenuamente è un’alleanza
politico-militare creata nel 1949, da subito, nel dopoguerra, con lo scopo di
ostacolare ogni avanzamento dell’URSS. La stessa URSS crollò, nel 1991, a
seguito della caduta del Muro di Berlino avvenuto il 9 Novembre 1989, che sancì
una divisione in Stati indipendenti prima satelliti dell’URSS, e dopo la
cattura di Gorbachev, ultimo leader sovietico e promotore della Perestroika, un
tentativo di democratizzazione dell’impero e del totalitarismo comunista.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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