Il punto di oggi a firma di Daniel Mateo Montalcini: sanzioni e aiuti militari stanno indebolendo la Russia. Mentre si attende il tanto temuto 9 maggio, giorno in cui Putin vorrebbe sferrare l'attacco finale a Kiev, sono allo studio nuovi provvedimenti per indebolire l'economia russa.
Come sempre, l'editing del pezzo è di Massimiliano Nespola.
Buona lettura
COME FERMARE PUTIN
Si può osservare attualmente come il prezzo del petrolio abbia raggiunto livelli davvero esigui, a causa di una serie di fattori tra cui anche l’embargo nei confronti di questa materia prima, se proveniente dalla Russia. Aumentano quindi le difficoltà del paese aggressore, a seguito delle ulteriori restrizioni applicate nei suoi confronti. La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha infatti dichiarato che il nuovo pacchetto di sanzioni, che verrà applicato non più tardi della prossima settimana, colpirà il settore petrolifero, in particolare.
Di certo, è ancora da capire come verrano effettivamente applicate queste sanzioni: se attraverso un graduale phasing-out (eliminazione graduale, ndr), come del resto già si è proceduto per il carbone, o altrimenti tramite un divieto all’import di prodotti raffinati. Un’altra soluzione prevede l’eliminazione dal mercato del greggio russo.
Si considera altresì di applicare in alternativa sanzioni indirette su trader e logistica. Ultima opzione parrebbe essere l’inserimento di un dazio o di un tetto al prezzo. Tra le varie possibili strategie, quindi, secondo indiscrezioni sembra che sarà una tra quelle elencate ad entrare in azione. Il Governo tedesco infatti, attraverso il vice Cancelliere e ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha annunciato che il Paese non vi applicherà il veto.
Intanto, secondo le sue ultime dichiarazioni, lo Tzar ha preannunciato una guerra totale per prendere Kiev, missione finora fallita grazie alla resistenza ucraina, oltre agli aiuti finora forniti dall’Occidente, con l’approvigionamento di armi e supporto logistico.
ANDARE AVANTI PER ANDARE INDIETRO
Le forze russe che volevano dimostrarsi efficaci e determinanti, alla fine si sgretolano come piccoli semi di grano. Nelle ultime settimane il tanto temuto avanzamento di queste truppe, soprattutto sul versante orientale, non ha registrato nessun riscontro significativo. Le forze russe non sembrano poter raggiungere l’obiettivo, in particolar modo, se si pensa alle conquiste alle quali puntavano lungo la striscia del Donbass.
Questo contesto di stallo si è venuto a determinare nonostante il ritiro delle stesse truppe dal fronte settentrionale, avvenuto nelle settimane passate, pertanto la scelta di concentrare uomini, strumenti e risorse solo su alcune direttrici offensive non ha avuto gli effetti sperati.
Daniel Mateo Montalcini - a cura di Massimiliano Nespola
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