L’uccisione di Darya Dygina, nientemeno che la figlia del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin, è paragonabile a un thriller di Robert Redford e Brad Pitt, o di un James Bond dei migliori tempi, con protagonista il sempre ricordato Sean Connery. Le ultime indiscrezioni parlano dell’intervento di un secondo cittadino ucraino coinvolto nell’omicidio, a dire della cronaca anch’egli agente dei servizi segreti di Kiev. L’Fsb, i servizi segreti russi, hanno dichiarato di aver identificato un secondo cittadino di provenienza Ucraina il quale senza ombra di dubbio pare direttamente coinvolto con l’uccisione di Darya Dugina.
Il presunto omicida avrebbe il nome di Bodan Petrovich Tsyganenko, che, secondo le indagini, sembra aver collaborato con tale Natalya Vovk. Quest’ultima risulta colpevole dell’omicidio della Dugina, avendo azionato la bomba nell’auto nella quale Darya è esplosa; successivamente, pare essersi dileguata in Estonia. Tsyganenko sarebbe invece entrato in Russia giungendovi, guarda caso, proprio dall’Estonia.
Questo trasferimento risulta essersi verificato il 30 luglio; il sospetto avrebbe poi lasciato il Paese proprio il giorno successivo all’uccisione della Dugina. I servizi segreti lo accusano di aver fornito false targhe automobilistiche, oltre a falsi documenti, alla Vovk, sotto copertura, col nome di una cittadina kazaka. Pare altresì essere stato il fornitore ufficiale dell’ordigno che ha ucciso la Dugina. I servizi segreti russi pertanto non si fermano, indagando maggiormente sui dettagli relativi al misfatto.
Il 22 agosto la Fsb ha stabilito, dopo attente analisi, che la cittadina Ucraina Vovk è sicuramente implicata nell’omicidio e che l’esplosione era stata appositamente preparata dai servizi speciali ucraini. La Vovk e sua sorella minore, subito dopo l’uccisione della Dugina, si sarebbero subito allontanati verso l’Estonia. A seguito di ciò, Putin ha firmato un decreto che assegna a Dugina, notoriamente aperta sostenitrice dell’operazione militare Ucraina, l’onorificenza dell’Ordine del Coraggio, per la dedizione mostrata nell’esercizio del suo dovere professionale.
Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola
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