mercoledì 27 maggio 2020

Bilancio europeo: necessaria riforma in senso federale


Commissione europea, oggi le proposte per il bilancio / European Commission, today the budget proposals


Dalle ore 13.30 di oggi è prevista la presentazione delle proposte per il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021 - 2027 da parte della Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. A tale scopo, è stata convocata a Bruxelles una sessione plenaria. Seguirà alla stessa una discussione di Parlamento europeo e Consiglio, per ulteriori valutazioni. In particolare il prossimo vertice dei 27 capi di stato e di governo è previsto per il 18 e 19 giugno prossimi. 

Qualora non si ritenesse accettabile l'accordo, si prevede di proseguire le negoziazioni. Rispetto a questo iter, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha già affermato che eventuali proposte ritenute non all'altezza non saranno accettate. Le negoziazioni hanno l'obiettivo di portare ad elevare a circa 2000 miliardi di € l'ammontare delle risorse del QFP, il che corrisponderebbe ad un raddoppio rispetto a quelle finora stanziate.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Si ricorda che è possibile seguire la plenaria del Parlamento europeo dal sito istituzionale dello stesso, di cui si richiama il link anche su questo blog, qui sulla destra.


Today, from 1.30 pm today, the proposals for the multiannual financial framework (MFF) 2021 - 2027 will be presented by the President of the European Commission, Ursula Von der Leyen. To this end, a plenary session has been convened in Brussels. A discussion of the European Parliament and the Council will follow, for further evaluations. In particular, the next summit of the 27 heads of state and government is scheduled for 18 and 19 June.

If the agreement will be not considered acceptable, negotiations are expected to continue. Regarding to this process, the President of the European Parliament David Sassoli has already said that any deemed not up to par proposals  will not be accepted. The negotiations aim to increase the amount of MFF resources to around € 2000 billion, which would correspond to a doubling compared to those allocated so far.

For more information click here.

We remind you that it is possible to follow the plenary of the European Parliament from its institutional website; the related link is also referred to on this blog, here on the right.

lunedì 25 maggio 2020

L'infografica del giorno

Rilancio da facebook una infografica collegata a un gruppo molto interessante che porta avanti una campagna di informazione sull'Europa. Una campagna seria, che ha tra i suoi obiettivi quello di contrastare la disinformazione. Si tratta di un'immagine che sintetizza molte cose:


sabato 23 maggio 2020

23 maggio: il giorno della memoria


Come accade a ogni ricorrenza della data odierna, ci si interroga sul senso di quanto avvenne, in quel 1992. Le parole non saranno mai abbastanza, anche perché ogni volta emergono trame inedite, particolari non conosciuti. Quelle della strage di Capaci - seguita a breve distanza da quella di Via D'Amelio - sono ferite che ogni cittadino onesto porterà con sé. Perché la mafia a quei tempi voleva colpire lo Stato e farlo mettendo a rischio l'incolumità dei suoi esponenti più autorevoli.


Anche a livello europeo si ripropone un problema simile e qui i passi da compiere sono molti: non esiste infatti, nell'Unione europea ad eccezione che nel nostro Paese, il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Peraltro, prima del 1982, nemmeno in Italia si erano ancora delineate in maniera chiara le caratteristiche del fenomeno. Un fenomeno che è andato del resto soggetto a dei mutamenti. Dopo le stragi e la destabilizzazione del 1992 - a cui corrispondeva il tracollo degli equilibri politici di un quasi cinquantennio - le mafie hanno cambiato strategia. Puntano soprattutto sulla corruzione, sul riciclaggio, sull'imprenditoria. Hanno capito che, piuttosto che uccidere, è più vantaggioso condizionare l'economia. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha descritto questo fenomeno e l'esistenza di numerose zone d'ombra; le sue parole di questi giorni invitano a riflettere. 


Non si deve però per questo smettere di avere fiducia. Le forze sane, alla fine, prevalgono, perché il mafioso usa il potere dell'intimidazione, della violenza e, verrebbe da dire, proprio della malvagità, ma dimentica che questo suo modus operandi prima o poi si trasformerà in un boomerang. Studiando il fenomeno, noto che molti boss vengono prima o poi arrestati, che pochi fanno la bella vita che si pensi. Non conviene delinquere. Coloro che lo fanno, sono i primi a pagarne il prezzo. 


Essere malviventi - specialmente se ultimo anello della catena - non ha proprio senso e c'è chi ritiene che, nei decenni scorsi, si siano commessi errori proprio nel modo di intendere la società, errori che hanno legittimato un certo modo di fare. Vi racconto: questa estate, ho seguito il festival "Insegui l'arte", di Badolato, splendido borgo in provincia di Catanzaro. Si è trattato di una rassegna di eventi dedicati alla cultura nelle sue varie forme: scrittura, fotografia, cinema e non solo. Ospite tra i più gettonati, l'ing. Domenico Gangemi, detto Mimmo. Parliamo di uno degli autori calabresi attualmente di maggiore successo, che ha scritto romanzi sulla 'ndrangheta. Lo considero un collega, in quanto sul tema anch'io ho pubblicato un lavoro del genere, che si intitola "Badolato-Dublino, la rosa dei venti". Ebbene: contrariamente all'aria di disfatta che spesso anima questi discorsi, sosteneva che la Calabria sta vincendo la battaglia contro la realtà criminale locale. Sosteneva che i passi in avanti compiuti siano notevoli e che ciò sia anche frutto di una vivacità culturale che sta attraversando questa regione. Perché forse non tutti lo sanno, ma ci sono molti autori che scrivono di 'ndrangheta e immaginano la sua dissoluzione, specialmente in una regione che, se libera da questo condizionamento, offrirebbe molte opportunità in più. Nel descrivere però l'operazione culturale dei decenni precedenti, Gangemi sosteneva che l'errore del passato fosse stato quello di legittimare la 'ndrangheta: durante le processioni nei paesi della Calabria, infatti, nemmeno troppo tempo fa era abitudine far portare la statua del santo ai ragazzi di famiglie 'ndranghetiste, quasi come se fosse un simbolo distintivo, un merito. Si è sbagliato, sostiene Gangemi e come dargli torto ... La 'ndrangheta è espressione di un modo di fare sbagliato e aggiungo, alla fine anche perdente. Il delinquente infatti ottiene un facile successo, ma presto o tardi si renderà conto di essere la pedina di un sistema. Magari sarà arrestato e non parlerà, ma non è detto che la sua organizzazione sarà ancora interessata a difenderlo. Bene: se tutti i "picciotti" tenessero conto di ciò, le mafie, forse, sarebbero delegittimate. Di certo, a mio avviso, sarebbero depotenziate.


Il problema di ieri e di oggi è continuare a indagare sui capi: Matteo Messina Denaro, per esempio. Già il cognome rende l'idea. Non deve essere facile per chi è in prima linea portare avanti queste indagini. Però, per sconfiggere le mafie, bisogna attaccare la cupola (o le cupole?).

Concludo sostenendo che, per l'idea che mi sono fatto dei nostri eroi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è mia opinione che fossero persone con un senso delle indagini non comune, però che in fin dei conti non si aspettassero dagli italiani - e anche dagli europei - troppi applausi o riconoscimenti. Volevano più che altro che il nostro fosse un Paese giusto, onesto, meritocratico, al passo con le democrazie europee, dove la società è sana e corregge, previene certi comportamenti, dove non debbano esistere aree in cui, vivendo da onesti, si debba temere per la propria incolumità.


Questo è il mio omaggio agli eroi di Palermo. Grazie.



Post scriptum. Allego qualche mio lavoro già realizzato sul tema della lotta alla mafia:



Europa unita contro la criminalità, intervista al prof. Antonio Nicaso pubblicata su Antimafia Duemila (tratta da lindro.it), 17 novembre 2016


Per un’Europa dei diritti, bisogna anticipare le mafie, intervista a Luciano Violante pubblicata su "L'Indro", 23 maggio 2017


Riciclaggio: le modalità operative nella UE, intervista a Ciro De Lisi, Generale della Guardia di Finanza pubblicata su "L'Indro", 13 marzo 2018


Europa, armi spuntate contro le mafie: manca il coordinamento, articolo pubblicato su "Il Dubbio", 19 dicembre 2019









venerdì 22 maggio 2020

Ricordare Altiero Spinelli ...


La prima occasione in cui ho avuto modo di comprendere la statura di Altiero Spinelli, al di là di citazioni libresche, è stata quando, a Bruxelles, ho letto il suo nome sul palazzo a lui dedicato, nel 1999. Si tratta di uno dei principali uffici istituzionali del complesso di edifici delle istituzioni europee. Un tale riconoscimento dà l’idea dello spessore della figura. 

Parlare di Spinelli non è semplice, ogni parola va meditata. Parliamo senz’altro di una persona che rappresenta la volontà di superare i mali del Secolo, quali il nazionalismo che dilaniò l’Europa con due atroci guerre mondiali. Sia che si studi Storia, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze Politiche, Comunicazione, comprendere il pensiero e l’azione di Altiero Spinelli risulta essenziale. A maggior ragione, se ci si occupa di fare informazione sull’Unione europea. 

Vorrei qui soffermarmi su uno spunto della vita di uno dei suo padri fondatori partendo dalla sua autobiografia, “Come ho tentato di diventare saggio”. Perché questo titolo? Per numerose ragioni, ma, probabilmente, quella principale è che l’autore volle lanciare un messaggio di libertà di pensiero e di coscienza, attraverso questa sua opera. 

Volle dire che bisogna essere in grado di sacrificarsi per le proprie idee – anche se ci si trovi di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili – e, francamente, si avverte l’esigenza, nel mondo di oggi, di ritornare a percorrere questa strada. Chi lotta oggi per le proprie idee? Pochi, spesso sono soffocati dalla banalità e dalle “logiche di mercato”, tenute in debito conto anche da alcuni intellettuali, che sembrano talvolta preferire l’audience alle idee e cedono al cattivo gusto dell’urlo di piazza, che in tv funziona sempre.

Tornando a Spinelli; il prezzo da lui pagato fu molto alto: ben sedici anni di carcere, in quanto considerato pericoloso dal regime fascista. Molti suoi compagni – ricordiamo, su tutti, Eugenio Colorni, ucciso dai fascisti a 35 anni – pagarono il prezzo più alto. Si collocava esattamente dall’altra parte rispetto al regime, nel partito comunista dal quale poi si distanzierà. E di Spinelli, nella sua autobiografia, colpisce la costante ricerca di affermazione della libertà di coscienza e di pensiero. 

Nelle ultime fasi della sua esistenza (marzo 1986), racconta infatti che «La mia vita si può articolare in sei cicli di azione fondate ciascuna su una ipotesi diversa». Vi rimando alla lettura del testo per la spiegazione delle varie fasi, perché quello che mi interessa qui portare all’attenzione è che l’autore afferma poi: «Ognuna di queste avventure è terminata con una sconfitta dell’avventura stessa e mia. Ogni volta ne ho sofferto non poco, perché non avevo solo portato avanti una realtà, ma avevo anche e soprattutto inseguito un sogno. […] Nessuna di queste sconfitte ha però lasciato in me quel rancore contro la realtà che così spesso alligna nell’animo degli sconfitti. La possibilità della sconfitta deve essere sempre accettata equanimemente all’inizio di ogni avventura creatrice». 

Ecco perché ha un senso leggere Spinelli; lo si ricorda come una figura di primissimo piano nella storia dell’Europa contemporanea, eppure ammise di essere uscito più volte sconfitto nelle sue battaglie e tuttavia di aver continuato a percorrere la sua strada

Di quell’idea rimane molto, anche e soprattutto perché, qualunque cosa si pensi, l’Europa è riuscita a compiere molti passi in avanti nella direzione di una cooperazione pacifica. Ciò nonostante, l’idea di un’Europa unita ha oggi avversari molto insidiosi. In nome di una supposta idea che si basa anche su una teoria economica, il protezionismo, diffusa anche in Paesi extraeuropei, si sta facendo strada – è evidente – la convinzione che è meglio fare da sé, un concetto che nega a monte numerose opportunità di scambi commerciali, culturali, eccetera. 

Il mondo di oggi è costellato di insidie e proprio quanto avvenuto in tempi recenti ci mostra un lato oscuro della libera circolazione di merci, persone, beni e capitali, libertà che –  anche se si sta ancora indagando sulle cause della diffusione del coronavirus – ragionevolmente può velocizzare anche la potenziale diffusione di malattie. Ragionare su un nuovo equilibrio non è lavoro di una giornata. E tutto resta ancora da fare, perché le sfide future sono numerose. Come si afferma nel Manifesto di Ventotene, che qui allego, «La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!».

Altiero Spinelli, domani, a 34 anni dalla sua scomparsa, sarà ricordato da parte dei Giovani Federalisti Europei, delle sezioni del MFE di Genova, MFE / GFE di Forlì, MFE di Valpolicella e dell’Istituto Paride Baccarini, in forma di meeting on line. Per maggiori informazioni, clicca qui.

giovedì 21 maggio 2020

Europa, prossimi passi

Si suggerisce la lettura di questo articolo di analisi sull'attualità europea a firma del Presidente del Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli - allievo di Altiero Spinelli, docente di Diritto dell'Unione europea, commendatore della Repubblica italiana (qui il Curriculum vitae): "Bene la scossa di Macron e Merkel ma è tutta l’Europa che deve muoversi". Si tratta di una radiografia della situazione attuale, con un indirizzo su come procedere verso la soluzione dei problemi che sono complessi. 

L'approfondimento riporta anche i prossimi due passi istituzionali importanti: 

quello del 27 maggio, quando la Commissione europea presenterà le sue proposte sul bilancio pluriennale;

quello del 18 e 19 giugno, quando si riunirà il prossimo Consiglio europeo.

L'approccio è in linea con l'idea ispiratrice di questo blog: muoversi in una direzione costituente. Rispetto a questo obiettivo, si ricorda che una Costituzione non può intendersi solo come un documento giuridico di cui prendere atto, ma rappresenta un popolo; in dottrina, si opera infatti la distinzione tra Costituzione formale e sostanziale. Una è quella scritta, l'altra è quella del complesso vivo e attuale dei rapporti sociali. In merito a questo aspetto, la complessità dei temi trattati è materia di studi e ricerche universitarie internazionali, perché l'obiettivo perseguito non potrà essere raggiunto da un momento all'altro. Per le persone interessate ad approfondire, si suggerisce quindi di consultare i testi universitari e la pubblicistica autorevole. Sulla materia l'informazione abbonda, ma solo alcune letture aiutano a vederci più chiaro. 

mercoledì 20 maggio 2020

Brexit, gli accordi che mancano


A quattro anni dalla Brexit, ancora molti i punti sul tavolo per definire un accordo sulle relazioni future: ambiente, pesca, diritti dei lavoratori, cooperazione giudiziaria sono punti in sospeso e si rischia il compromesso al ribasso.

Per accessi da cellulare, potrebbe essere necessario cliccare su "visualizza versione web" al fine di poter visualizzare il video pubblicato dall'autore.





 



Essere digitali: il ruolo della scuola

Leggi l'articolo dell'autore pubblicato su "La Ragione" Recenti classifiche sull’alfabetizzazione digitale vedono l’Italia...

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