sabato 7 maggio 2022

Conflitto russo-ucraino: come cambiano gli equilibri

Vi proponiamo un nuovo aggiornamento di Daniel Mateo Montalcini sugli sviluppi del conflitto. Oggi l'autore si sofferma sui suoi aspetti militari, diplomatici ed economici. Questo articolo spazia dall'analisi della strategia per la sicurezza dei cieli su cui si svolge la guerra, alla crisi che si sta innescando a causa dell'embargo al gas russo, passando per la strategia di negoziati che coinvolge direttamente Israele.

Editing a cura di Massimiliano Nespola.

Buona lettura


COME STAR WARS

Con l’insorgere di nuove e più preoccupanti minacce, volte a provocare maggiori tensioni, e a fronte di messaggi propagandistici con cui si accresce il desiderio di dominio, si riscontra una preoccupante crescita del lato oscuro della forza: quella che reca in sé sogni di onnipotenza, misure spropositate, imperi indistruttibili. Georgie Lucas, nel fronte russo veste i panni di Darth Sidious, il Cavaliere Jedi oscuro e tirannico, abile a manipolare le menti. L’Impero si sta rafforzando mostrando l’arma capace di annientare in 106 secondi Berlino, in 200 secondi Parigi e contemporaneamente Londra. L’arma in dotazione dei russi è un missile supersonico a testata nucleare chiamato Sarmat, in grado di colpire fino ad un raggio di 18mila chilometri.

L’Europa dal canto suo sta predisponendo le sue difese, dispiegando a Berlino un sistema chiamato Arrow 3; come afferma il responsabile della sicurezza del CESI, professor Pierluigi Barberini, esso è in grado ampliare il raggio di difesa. In realtà, si tratta di un sistema di difesa israeliano. Per questo motivo il Governo tedesco pare aver già avviato contatti con Israele per provvedere a creare un sistema missilistico di difesa ancor più sofisticato. Il Generale dell’Aeronautica Militare, Leonardo Tricarico, ha però asserito che l’Europa è sempre stata carente di un vero sistema di difesa meritevole di tal nome, perché argomento sempre approcciato come un tabù.

Barberini e Tricarico si sono visti allineati sull’obiettivo di predisporre un sistema difensivo in grado di intercettare con certezza un missile balistico intercontinentale. Per rendere efficace questo genere di protezione, si dovrebbe programmare un lancio di ordigni in contemporanea. Nel caso in cui avvenisse un attacco nucleare sull’Europa, la NATO agirebbe subito assieme agli USA, contrattaccando. Per questo la NATO si sta occupando di sviluppare il Balistic Missile Defence, Bmd, al fine di difendersi dalla minaccia nucleare iraniana, che ora, a seguito dello sviluppo delle circostanze contingenti, necessita di essere riconsiderata alla luce dei nuovi sviluppi, come affermato da Barberini.

 

SERVONO POCHE PAROLE

Il nuovo incontro tra Putin e Bennett ha delineato in maniera chiara quale sia la strada per un prosieguo costruttivo dei colloqui, includendo Zelensky. Bennett da parte sua ha intenzione di lanciare messaggi molto chiari al suo Paese: Israele pare spinto dentro il conflitto russo-ucraino da forze esterne, dall’Occidente, che a causa delle sanzioni pare aver perso il ruolo di mediatore. Bennett deve riacquistare credibilità di fronte ad un’opinione pubblica che non lo vede deciso a prendere una posizione e ad assumere un ruolo decisivo tra la parti.

In relazione a ciò, è però vero che Bennett si è recato a Mosca ed a Berlino violando la sacralità del riposo del sabato, lo Shabbat, che prevede eccezioni quando l’obiettivo è quello di preservare vite umane. I colloqui tra i due riguardano soprattutto la questione siriana ed in secondo luogo il rilancio dell’accordo sul nucleare iraniano, meglio noto come il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPA). Le azioni militari messe in atto da Israele nel mese di Marzo lasciano trasparire l’esistenza di una strategia militare che si inserisce nel contesto di ciò che accade da Febbraio. Tra il 23-24 Febbraio infatti, Israele ha cagionato sei morti ed una ventina di feriti.

Per comprendere meglio quale sia il fulcro dei negoziati: Bennett ha preteso rassicurazioni da parte di Putin sulla presenza russa in Siria e in particolare sul fatto che la Russia non ostacolerà le sue azioni. La priorità di Israele in questo frangente è l’Iran più che l’Ucraina; ciò lascia intendere che Israele intravede la pericolosità che questo fronte rappresenta per la sicurezza nazionale israeliana.

 

LA CRISI SI AVVICINA

I numerosi talk show in televisione, dove si affrontano varie tematiche sulla questione del conflitto russo- ucraino, vedono schierarsi diversi protagonisti, ognuno offrendo le proprie analisi sui temi trattati e sugli aspetti politici, economici e sociali di questa guerra. Recentemente, Franco Bernabé è stato ospite ad Otto e Mezzo di Lilly Gruber. Il noto dirigente ed accademico italiano ha toccato argomenti riguardanti l’UE, ora più incline a quanto pare ad un graduale embargo del gas russo.

L’Ungheria di Orban tuttavia, come era del resto prevedibile, date le posizioni del leader di Budapest, ha posto un veto sul nuovo pacchetto di sanzioni sulla Russia per l’invasione dell’Ucraina, il che ha bloccato ogni trattativa e procedura. L’embargo è necessario per interrompere il flusso di risorse finanziarie che arrivano in Russia da parte dell’Europa.

Bernabé spiega pertanto che è necessario trovare una soluzione che porti all’autonomia rispetto alla dipendenza dalla vendita dei prodotti russi e che conduca alla riduzione dei costi di questi beni. Bernabé sostiene che dal 2021 il prezzo del gas è aumentato esponenzialmente di cinque volte rispetto al controvalore precedente e che questa dinamica genera un peso insostenibile per l’economia europea. Draghi stesso non ha perso occasione di far sentire la sua voce in modo tale che si ponga un tetto sui prezzi evitando ogni via altrimenti arbitraria.

Secondo Bernabé inoltre, purtroppo di gas non si può fare a meno. Il blocco delle forniture equivarrebbe all’interruzione dell’industria carraia e vetraia, oltre che alla cessazione dell’industria delle piastrelle e ceramiche. Un settore intero sarebbe destinato quindi alla morte, inclusa una parte dell’industria chimica. 

Il problema legato al prezzo di questa materia prima riguarda anche quello del gas Olandese TTF. In Europa vi è chi vende il gas naturale liquido a prezzo scontato, cercando di scontare altresì il costo del TTF. Bisogna trattare ora, quindi, con i prezzi del mercato olandese. Massimo Giannini, il direttore de La Stampa, ha rincarato la dose a questo riguardo, sostenendo che il mercato europeo è debole e che è facile che soccomba per le speculazioni.


Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola


Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog è partner di