lunedì 6 marzo 2023

La (nuova) frontiera del Costituzionalismo ambientale

Oggi, presso la Sala Lauree della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione di Sapienza Università di Roma, a partire dalle 15.30 si è svolta la presentazione del volume "Costituzionalismo ambientale". Il suo autore è il prof. Domenico Amirante, che insegna Diritto pubblico italiano e comparato alla Seconda Università di Napoli.

Quello del costituzionalismo ambientale è un movimento molto interessante, che rappresenta una nuova frontiera di diritti e libertà per le generazioni future. Nel suddetto volume si trattano questioni giuridiche a vari livelli. Il punto di partenza della riflessione è la riforma dell'articolo 9 della Costituzione italiana che, con la Legge Costituzionale n. 1 dell'11 febbraio 2022, è stato modificato introducendo il nuovo comma secondo cui la Repubblica "Tutela l'ambiente,  la  biodiversità  e  gli  ecosistemi,  anche nell'interesse  delle  future  generazioni.  La  legge  dello   Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali".

Nella riflessione dell'autore, si intrecciano questioni di diritto sia interne a ciascun Paese, che internazionali: la tutela dell'ambiente è infatti un tema che per sua natura porta i rappresentanti dei diversi Stati a sedersi attorno a un tavolo. Questo perché l'aria che respiriamo, attraversando i confini, se è inquinata lo è per l'intera comunità globale; pertanto, una consapevolezza del genere pone le premesse per nuove possibili forme di dialogo tra culture e stati differenti, ma accomunati sempre più dai medesimi interrogativi sul futuro.

Come ha affermato l'autore, il costituzionalismo ambientale è un movimento di idee volto alla disseminazione sul tema e alla trasformazione del costituzionalismo tradizionale, introducendo anche elementi biologici - cioè dell'essere umano non solo in quanto individuo e cittadino, ma anche in quanto essere vivente tout court - nella riflessione su temi costituzionali.  

Tema ricco di spunti e interconnessioni a vari livelli, ce ne occupiamo, seppur brevemente, perché si ricollega in qualche modo anche ai temi trattati su questo blog e soprattutto al suo titolo, la Costituzione europea

Si riporta qui il link al sito di Sapienza per una prima introduzione ai lavori del giorno. Seguirà, appena disponibile, la diffusione su questo blog del collegamento al sito di "Radio Radicale", che ha interamente registrato la presentazione e a breve la renderà fruibile.

(articolo modificato in data 8 marzo 2023 | 13:48)

giovedì 23 febbraio 2023

PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, DEI VALORI DELL’UNIONE E DEI DIRITTI DELL’UOMO

CON CARATTERE DI URGENZA 

 

CLICCA QUI PER IL TESTO COMPLETO E PER FIRMARE


Noi cittadine e cittadini dell’Unione europea, associazioni, persone fisiche di paesi terzi residenti nell’Unione europea

 

-                     Viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio ed in particolare il punto 23.e

[...]

Riteniamo che il Parlamento europeo debba respingere  le conclusioni del Consiglio europeo - usando tutti gli strumenti istituzionali di cui l’assemblea dispone - in particolare il paragrafo 23.e in cui si afferma:

 “chiede alla Commissione europea di mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere a punto rapidamente la strategia di gestione europea integrata delle frontiere”.

 

Chiediamo di sapere – in quanto movimento di cittadine, cittadini e persone contribuenti – se saranno esclusi finanziamenti per la costruzione di muri e fili spinati, su quale linea di bilancio saranno prelevati questi fondi, se sarà necessario un bilancio suppletivo e rettificativo su cui l’assemblea avrà l’ultima parola, come si verificherà la pertinenza e la necessità delle spese effettuate, poiché tali ingenti fondi dovrebbero essere prelevati dal bilancio dell’Unione europea, che è finanziato dalle cittadine e dai cittadini europei nonché da tutte le persone che risiedono nell’Unione europea.

martedì 29 novembre 2022

Tutto torna ...

23 anni sono trascorsi dalla caduta del Muro di Berlino, che sembrava dovesse portare il mondo verso un cessate il fuoco tale da arginare il rischio nucleare e verso l’allentamento delle tensioni lungo la cortina di ferro. Era infatti divisa, a quei tempi, l’Europa occidentale da quella orientale, spaccando a metà una città intera, Berlino. Quella alla quale si assisté fu una prova di avvicinamento culturale e commerciale, se non mossa in realtà da ragioni ancor più rilevanti, politiche, relative ai fondamentali, imprescindibili rapporti tra Est e Ovest del Pianeta.

Due furono i leaders a reggere le fila: Gorbachev, da un lato, il quale permise due anni dopo la caduta ufficiale dell’U.R.S.S., per permettere la liberazione ed indipendenza di tutti i paesi dell’Est, fino ai 91 satelliti del decaduto impero sovietico ed il passaggio del testimone a Eltsin; dall’altro, l’attore divenuto presidente degli U.S.A, Ronald Reagan, icona del sogno americano. Ma l’intermediario fondamentale fu senza ombra di dubbio il Papa polacco Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II.

Il primo Pontefice non italiano eletto nel ‘78 fu artefice di una vigorosa azione politica, che sancì la fine del comunismo oppressivo favorendo pertanto la creazione di un socialismo reale, che si rifletteva nella linea politica di Gorbachev, orientato verso un’azione politica socialista più democratica, che si espresse nella Perestroika.

Nel mondo attuale, similmente, è possibile assistere ad un intervento fondamentale della Santa Sede a guida di Papa Francesco I, gesuita, uomo molto deciso e diretto, che può facilitare una reale conclusione del conflitto russo-ucraino e gli sviluppi positivi che la fine della guerra può portare a medio-lungo termine, soprattutto sul piano politico, economico e nondimeno sociale, per un riavvicinamento degli abitanti dei paesi vicini, tra loro collegati perché precedentemente cittadini di uno stesso Paese unito.

 

Daniel Mateo Montalcini - a cura di Massimiliano Nespola

sabato 5 novembre 2022

Le tensioni Russia-Cina

di D.M. Montalcini

 

A fronte del costante indebolimento di Putin anche verso i Paesi che prima gli erano amici, sembra mutato l'atteggiamento della Cina. Tra i due Paesi esistono infatti dissapori territoriali risalenti al 1860, quando il territorio comprendente Vladivostok venne occupato illegalmente dalla Russia ed assieme a quella città le rimanenti 23,000.00 miglia quadrate che - pare - appartenessero dapprima alla Cina.

La posizione strategica di Vladivostok funge da porta militare e commerciale della Russia verso il Pacifico. Secondo la Cina, questa città dovrebbe tutt’ora portare il nome antico cinese, Haishenwai. Lo squilibrio demografico dovuto alla posizione dell’area e della città precedentemente sotto dominio cinese ha generato una interessante questione: lo spopolamento dei territori russi più ad Est darebbe adito alla Cina di spingersi verso nord. Il controllo sul versante del circolo polare artico fornirebbe così maggior peso al Dragone.

La Russia, intanto, versa in gravi difficoltà dal punto di vista militare, con l’esercito russo stesso ridotto persino a chiedere supporto dall’Iran e - non esclusi - il gruppo di stati ex sovietici. È rimasto poco all’arsenale russo convenzionale per scoraggiare l’aggressione militare da parte della Cina. Per far fronte alla delicata situazione bellica, disperata sul fronte russo, le truppe putiniane stanno riattivando carri armati T-62; per ironia della sorte, erano in uso 50 anni or sono quando vennero sequestrati ai russi da parte proprio dei cinesi. Conseguentemente, il disprezzo nei confronti dell’esercito russo sarà sempre più complicato da contenere per la Cina. 

D’altro canto, la Cina deve ora gestire la non facile questione con Taiwan. La regione autogovernata dal 1949, che la Cina pretende di riacquisire sotto il proprio controllo, defininendola regione ribelle, continua a definirsi indipendente. Il rieletto Presidente Xi considera realizzabile la sua riannessione entro il 2049. Da qui a quella data prefissata, si doterebbe la Cina dei mezzi per riprenderne possesso, tramite una massiccia riforma militare ed una rapida modernizzazione. Sul fronte strategico, alcuni osservatori esperti della zona e delle dinamiche in questione temono che la Cina, forte di correnti favorevoli e dati economici, possa dare una spinta maggiore col fine di intraprendere azioni militari negli anni a venire, per riprendere possesso dell’isola indipendente.

Essere digitali: il ruolo della scuola

Leggi l'articolo dell'autore pubblicato su "La Ragione" Recenti classifiche sull’alfabetizzazione digitale vedono l’Italia...

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