lunedì 18 maggio 2020

Movimento Europeo, la newsletter n. 15


Pubblicata la nuova newsletter del Movimento Europeo, con molti spunti, libri, testi chiave e la presentazione del nuovo progetto del Movimento Europeo, RescEU. Si parla del Diritto fondamentale n. 9, "Diritto a sposarsi e costituire una famiglia", con l'analisi di una sentenza della Corte di Giustizia UE su questo e altri diritti, ci sono poi numerosi documenti chiave sulla recente risoluzione del Parlamento europeo per il prossimo QFP da 2000 miliardi ...


giovedì 14 maggio 2020

Riscaldamento globale, l'iniziativa del cittadino europeo / Global warming, the European Citizens Initiative

Perché l'Europa sia riconosciuta e legittimata, uno dei principali interventi che si pensa, in Commissione europea, di portare avanti in questi anni, come si è detto, è il green deal. Un'idea per promuovere lo sviluppo di un ambiente più salubre che qui si ritiene preferibile, è quella della tassazione delle emissioni di CO2, al fine di disincentivarne l'utilizzo, indirizzando lo sviluppo della ricerca verso tecnologie innovative a minor impatto ambientale.

Vi informo - qualora vi riteniate in linea con questa misura - che è possibile sostenere questa iniziativa del cittadino europeo. Qui il link.


In order for Europe to be recognized and legitimized, one of the main interventions that the European Commission will carry out in these years, as has been said, is the green deal. One preferable idea to promote the development of a healthier environment is that of taxing CO2 emissions, in order to discourage their use, directing research development towards innovative technologies with a lower environmental impact.

I inform you - if you agree with this measure - that it is possible to support this European Citizens Initiative. Here the link.

lunedì 11 maggio 2020

(Pubbliredazionale) Al via i corsi di giornalismo radiofonici presso Adpinfo

Partito oggi il primo corso di giornalismo radiofonico di Massimiliano Nespola, presso l'Associazione "Attività di pensiero", in collaborazione con l'Università popolare di Roma (Upter). In dieci lezioni fruibili in modalità remoto, sarà possibile apprendere teoria e tecniche del linguaggio radiofonico e muovere i primi passi per comprendere come funziona la radio, oggi. Nella prima unità didattica, si è avuto un assaggio che parte anche dalla storia della radio, che inizia nel 1887 con le prime prove di trasmissione a distanza. A quei tempi, trasmettere a 500 metri di distanza era già un'impresa. Molti passi avanti sono stati compiuti per arrivare ad oggi, in un'epoca in cui siamo immersi nella comunicazione globale simultanea. Al primo modulo, ne segue un secondo dedicato esclusivamente ad attività laboratoriale. Parte anche a breve un corso per imparare ad utilizzare il software Audacity, a cura di Mauro Mancini.
Immagine tratta da: europarl.europa.eu
Per maggiori informazioni, clicca qui:


sabato 9 maggio 2020

Festa dell'Europa: l'appuntamento istituzionale con il Parlamento europeo

Buon 9 maggio a tutti. 



Nella ricorrenza dei 70 anni dalla Dichiarazione Schuman, iniziamo questa giornata con il discorso delle ore 10. Dal sito del Parlamento europeo:

"Il Presidente dell’europarlamento ha voluto riunire simbolicamente, nell’Emiciclo e in videoconferenza, le realtà europee che con le loro azioni quotidiane contribuiscono a cambiare e migliorare concretamente le condizioni di vita delle persone più svantaggiate e vulnerabili.
“L’Europa del dopo Covid19 - ha dichiarato Sassoli - non potrà essere la stessa. Ci sarà sempre più bisogno di una Conferenza sul Futuro della UE, che non potrà che essere costruita dal basso verso l’alto e che avrà bisogno di ascoltare tutti coloro che, già ora, lavorano per cambiare le cose”.

In Video conferenza interverranno*:

1. Pierre Rabhi, fondatore del movimento Colibrì

2. Luca Casarini, CapoMissione in mare di Mediterranea Saving Humans

3. Yayo Herrero, Presidente del think tank ecologico Transitions Forum"






martedì 5 maggio 2020

Ambiente: parole e idee possono cambiare l'Europa

Spesso si obietta che l’Unione europea è ancora tutta da costruire. In effetti, il processo di integrazione non avverrà da un momento all’altro, ma è andato avanti in questi decenni e siamo arrivati ai settant’anni dalla Dichiarazione Schuman, dal momento in cui cioè, il 9 maggio, uno dei padri fondatori delineò il senso e le ragioni dell’unità europea, dopo due guerre mondiali e il fallimento dell’illusione di dominio nazionalista.

In occasione di tale ricorrenza, ecco una riflessione che guarda al futuro e pone l’accento su quelle che oggi sono priorità per l’Europa. Anzitutto, l’ambiente, il cosiddetto green deal europeo. La Commissione Von der Leyen considera ciò una priorità e si ritiene che, assieme alla digitalizzazione, in questi settori avverranno processi importanti, con investimenti consistenti.

Immagine tratta da: https://ec.europa.eu

Non è una sfida facile. Ve ne parlo anche riprendendo le politiche avviate con gli impegni presi da tempo, definiti in particolar modo nella primavera 2007. Ne lasciai traccia anche sul precedente blog, “Riflessi di Europa”, che ora spesso cito per riprendere il lavoro svolto e andato perduto a causa di un’intrusione sui sistemi del mio precedente blog.

Ebbene: in quella occasione si stabilì – e già allora non mancavano gli scettici – che, in sintesi, l’Europa avrebbe dovutoportare  al 20% la quota di utilizzo di energie rinnovabili, raggiungere la quota del 10% di biocarburanti nel diesel e nel petrolio entro  2020, ridurre del 30% le emissioni di gas serra nel 2020 rispetto al 1990.

Nel febbraio scorso, l’attuale Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha rimarcato che quegli obiettivi ambiziosi non sono stati raggiunti. Non sono facili da raggiungere, soprattutto perché ci si scontra contro gli interessi delle lobby del petrolio e dei combustibili fossili, che hanno una grande capacità di influenzare le decisioni. Ho avuto modo di riscontrare che interessi simili hanno la capacità di rallentare, se non proprio arginare, la possibilità di percorrere strade diverse.

Eppure, oggi è chiaro che il concetto di sostenibilità dovrebbe essere invece tenuto in considerazione ogni volta che si effettua una scelta, perché poi gli effetti si scaricano sulla collettività. Il bilancio europeo dei prossimi anni può e deve essere ripensato anche su questi criteri: a maggior ragione perché, da più parti, si è posta all’attenzione la sua insufficienza. 

Passare dall’1 attuale - ritenuto insufficiente - al 2% auspicato del contributo nazionale al bilancio europeo, poiché implica una maggiore interazione tra Stati membri e un impegno raddoppiato rispetto al passato, può innescare trasformazioni impensabili, che hanno la potenzialità di andare ben oltre il semplice raddoppio. Penso ad investimenti strategici nelle aree periferiche dell'Unione, in cui attenzione all’ambiente deve poter significare anche maggior coinvolgimento dei cittadini: vantaggi sì, quindi, ma anche più responsabilizzazione. Penso alla possibilità che si apre per categorie come anziani, bambini, che potranno così vivere in un ambiente più salubre; con l’apporto delle nuove tecnologie, l’ambiente circostante diventa poi anche più “smart”.
 
Insomma, parole e idee che possono cambiare l’Europa, il nostro modo di rappresentarcela mentalmente, come una dimensione che ci appartiene davvero invece che come un insieme di palazzi e rappresentanti che da Bruxelles ci dicono cosa fare: un’immagine per la verità non rispondente al vero, poiché le istituzioni europee sono presenti in concreto, sotto molte forme, nella vita di ciascuno di noi. 




venerdì 1 maggio 2020

Capitolo Mes: necessario un approccio scientifico

Il Mes. Se ne parla tanto, forse troppo. Esaminando il pacchetto di interventi predisposti dall'Unione per rispondere alla crisi, senz'altro c'è anche questo strumento. Ma in effetti, non si comprende come mai si sia concentrata tutta questa attenzione sullo stesso da parte di chi vi si oppone. Non ho qui la pretesa di fare analisi sul Mes sofisticate; le lascio agli addetti del settore economico. Preferisco occuparmi invece della questione dal punto di vista dell'esperto di comunicazione.

E sostengo che se può succedere che si assista ad eccessi di informazione, fughe in avanti, in effetti, non se ne giova nessuno. Lungi da me voler esprimere una critica serrata alle posizioni concentrate sull'interesse nazionale, sostenute da una schiera di intellettuali che si dicono gli unici liberi, depositari del vero sapere e delle risposte giuste. Ma bisogna capire che le forze in gioco sono altre.

Secondo fonti ufficiali, il Mes "è uno strumento orizzontale a disposizione di tutti, e che chi non lo vorrà usare non lo userà". Lo afferma il Commissario Europeo per l'Economia Paolo Gentiloni sul sito dell'ANSA. Perché allora tutto questo timore del Mes? Certo, perché chi ha il compito di decidere se ricorrervi, si assume la responsabilità o meno di sottoscrivere dei prestiti che vincoleranno il nostro Paese. Ma anche per una logica strumentale all'opera. Il Mes deve richiamare, a livello simbolico, negatività.

Pensare al Mes deve portare ad associazioni mentali negative: la crisi greca, il debito, la Troika (che non c'è più), la paura insomma. Con questo non si vuole qui sostenere la bontà o meno dello strumento. Anzi, è opinione di chi scrive che il ricorso al Mes possa o meno funzionare in relazione al contesto di intervento e naturalmente anche a chi si occuperà di ideare e gestire gli interventi che possono essere finanziati con esso. Ciò si può vedere anche considerando le diverse posizioni politiche delle principali forze in campo, anche nel solo centro destra. È ragionevole ritenere, per esempio, che aderire ad una linea di credito rappresenti una soluzione più sostenibile per chi disponga già di risorse sufficienti da impegnare a garanzia della stessa. Forse è anche banale dirlo.

Ma il fatto che il Mes rientri tra gli strumenti a disposizione per rispondere alla crisi non deve far pensare che ci troviamo di fronte all'unica soluzione, come forse si vuole far credere. Non è vero che ci troviamo di fronte ad uno strumento scelto da un momento all'altro, ad occhi chiusi, magari sotto il ricatto della Merkel. Insomma, delle moltissime informazioni circolate, come spesso capita, una buona parte risulta condizionata dall'interesse o di un determinato gruppo, oppure di avversare questo Governo. E qualunque sia la posizione personale sul Mes, è bene avere la possibilità di informarsi su di esso in maniera obiettiva e libera da tali condizionamenti.

Essere digitali: il ruolo della scuola

Leggi l'articolo dell'autore pubblicato su "La Ragione" Recenti classifiche sull’alfabetizzazione digitale vedono l’Italia...

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