venerdì 3 giugno 2022

Le schermaglie

Di Daniel Mateo Montalcini


A fronte delle sanzioni imposte finora sulla Russia, di cui bisognerà monitorare l’efficacia a medio- lungo termine, Putin ha ritenuto di intervenire anche nel settore del credito, piuttosto che sul teatro degli scontri, infliggendo forti restrizioni da parte della Banca Centrale russa sui due Istituti di Credito Italiani più esposti data la loro presenza sul campo: Intesa ed UniCredit.


Articolo a pagamento, per info: durabrexitsedbrexit@gmail.com

lunedì 30 maggio 2022

I crimini russi, le illusioni e la via d'uscita

Riceviamo e pubblichiamo alcune note di Daniel Mateo Montalcini aggiornate agli sviluppi recenti del conflitto russo-ucraino. L'autore si addentra in una riflessione che parte da considerazioni di strategia militare per entrare poi nel profondo del male oscuro che è sorto, dell'abominio cieco - ma che al tempo stesso è frutto di una strategia organizzata e criminale - che si sta di nuovo consumando in Europa.

Editing di Massimiliano Nespola.

Buona lettura


VELLEITÀ RUSSE

La Russia, come già ripetuto lungamente, è sempre più carente di mezzi economici per prolungare le offensive sul campo ucraino senza ottenere alcun risultato decisivo. Si teorizza che sia invece l’Ucraina sul punto di ottenerlo, ma per ora si ventilano ipotesi per non alimentare ulteriori tensioni. Nel caso di una vittoria ucraina, si avvierebbe il rientro delle truppe russe entro i loro confini, permettendo agli ucraini di riprendersi i propri.

Da Mosca ovviamente rimane il no comment. Solo Lavrov, in tale frangente, si sente legittimato a prendere la parola, facendo anche le veci di Putin. La dura risposta del ministro degli esteri russo a riguardo è che la Russia stia manifestando tutti i propri dissapori nei confronti dell’Europa, volendo tra l’altro reimpostare la lettura dei fatti storici – recenti e non – secondo la versione più conveniente alla tutela degli interessi russi.

 

LE TRATTATIVE SI SGRETOLANO

Dopo tanti rumors non confermati su accordi reali o presunti, per difendere gli interessi di entrambe le parti e per favorire il prosieguo del commercio di beni quali il grano e del gas, senza escludere il settore energetico, ambito nel quale l’Europa negli anni ha accresciuto la sua dipendenza dalla Russia, analizziamo le parole dure usate da Kuleba, capo della diplomazia ucraina, schieratosi senza mezzi termini contro la NATO.

L’alto rappresentante ucraino l’ha definita quale una grande alleanza, che ricopre unicamente un incarico istituzionale ma che, a conti fatti, non svolge nessun ruolo effettivo. Queste definizioni fanno da contorno ad una dinamica ancora in stallo. La speranza in una ripresa, una volta usciti dal conflitto, è forte, ma è ritenuto molto arduo al momento per gli ucraini il fatto di poter dialogare con coloro che proseguono i bombardamenti sul loro territorio.

Kuleba si definisce pronto, ciò nonostante, a portare avanti dialoghi costruttivi e concreti. Gli ucraini sono disposti ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di ricostruire dalle macerie e mantenere la propria integrità territoriale. Il problema che si osserva rimanere stabile è quello dell’atteggiamento degli invasori, i quali paiono per nulla convinti a sedersi ad un tavolo per parlare di progetti concreti finalizzati a raggiungere veri trattati ed intese di pace.

 

INTERESSI O SPECULAZIONI?

Siamo a più di tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, al quale tutto l’Occidente è partecipe per difendere la libertà e la democrazia; tuttavia, oltre al piano dei valori, vi sono da considerare i molti interessi per gli scambi commerciali, di approvvigionamento di commodities quali il grano, il gas e – non ultima – l’elettricità. Si tratta di beni quotati in borsa, tramite i quali si possono ottenere enormi margini di guadagno, prestando molta attenzione sia all’inflazione che alla salita e discesa del controvalore di questi beni.

L’Italia, intanto, assiste alla risalita del proprio deficit. In particolar modo tra gennaio ed aprile, detto deficit ha toccato la quota record di 30 mld. Le esportazioni italiane verso la Russia hanno subito una grossa perdita nell’arco di un anno, dimezzandosi. Quale rovescio della medaglia, le esportazioni si sono viste raddoppiare di valore, a causa dell’aumento dei prezzi del gas.


IL RITORNO DELLA VOLONTÀ DI POTENZA

In questo conflitto, osserviamo come il potere possa annebbiare la mente di coloro che riescono ad assumerlo in maniera spropositata e arrivando a bramare sempre più. Da lì, la strada è corta per la corruzione della mente e dello spirito, alimentando l’illusione di un sempre maggiore rafforzamento; bisognerebbe capire chi siano, in questo gioco al massacro, i dominatori occulti che sanno di poter esercitare un’influenza su personalità soggette al loro volere.

Si ripropongono forme primordiali di lotta politica: la supremazia sul territorio, volta alla conquista di nuovi spazi, sembrava un ricordo del passato. Eccola invece riemergere nella grossolana strategia di dominio di Putin, che sta però rivelandosi quale uno dei più grandi errori della Storia degli ultimi decenni. Eppure, bisognerà comprendere a fondo chi tenga davvero le redini di questa nefanda, rigettante strategia di potenza. La saggezza dovrà prevalere alla fine, l’intuito e l’istinto ben animati da guide esperte. L’illusione dell’avanzamento facile, attaccando il più debole, può far credere di poter acquisire il potere e controllo totali, ma nelle dinamiche globali prima o poi diventerà un boomerang.

Chiudo dicendo che c’è anche da considerare – al termine di questa analisi che mette insieme alcuni spunti su cui ci si potrebbe dilungare ulteriormente – quale potrà essere in questo conflitto il ruolo della figura femminile: ci potrà essere un’evoluzione positiva grazie ad una strategia di leader donne che emergano a breve? Si era puntato sull’esperienza della Merkel, che però ad oggi risulta non pervenuta in questo scenario. Staremo a vedere, e a sperare.

 

Daniel Mateo Montalcini -  a cura di Massimiliano Nespola

venerdì 27 maggio 2022

Frodi comunitarie: è necessario un salto di qualità

L’Unione europea ha una priorità: quella di spendere al meglio il denaro che confluirà in Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Se n’è parlato stamane a Roma, presso l'Ufficio del Parlamento europeo, in occasione della conferenza stampa dal titolo “Indagine conoscitiva a Roma: all’esame degli eurodeputati presunti reati sui fondi agricoli dell’UE”. 

L’incontro si è svolto alla presenza dei membri della delegazione della commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Questo gruppo è guidato dalla presidente Monika Hohlmeier (PPE-DE) e attualmente, tra le sue priorità,c’è quella di indagare su eventuali infiltrazioni mafiose nella gestione dei fondi UE all’agricoltura. Fanno  parte della delegazione Isabel García Muñoz (gruppo S&D, Spagna), Matteo Adinolfi (gruppo ID, Italia), Tomáš Zdechovský (gruppo PPE, Repubblica Ceca), Sabrina Pignedoli (gruppo NI, Italia), nonché una personalità particolarmente nota in Italia quale quella di Caterina Chinnici (gruppo S&D).


Nel corso dei lavori, la presidente Hohlmeier ha avuto modo di illustrare le modalità di svolgimento delle attività della delegazione: l’interazione con le forze dell’ordine, in particolare con carabinieri e guardia di finanza, è una delle strategie primarie per tenere sotto controllo le attività illecite della criminalità organizzata.

Il meccanismo è chiaro: “follow the money”. Partendo infatti dal monitoraggio dei bilanci di attività ritenute a rischio, si possono infatti ottenere informazioni determinanti per comprendere la reale titolarità di determinate imprese. Il problema principale è quello della partecipazione delle stesse alle gare d’appalto. È infatti noto che attualmente le attività criminali dispongono di enormi capitali, frutto di attività illecite, e che il problema è il loro reinserimento nel circuito dell’economia legale.

Occorre dunque indagare non solo sulle imprese che riescono a vincere le gare d’appalto, ma anche comprendere, come ha ricordato l’On. Chinnici, se vi siano delle intestazioni fittizie di beni. Se una persona nota alle forze dell’ordine, infatti, volesse controllare in maniera occulta la propria azienda, potrebbe farlo “cedendo” i propri beni ad un’altra incensurata e magari al di sopra di ogni sospetto, giovane e con la fedina penale intatta.


Estratti dell'intervento dell'On. Caterina Chinnici


Inoltre, per ciò che attiene ai fondi assegnati al settore dell’agricoltura, si sta andando, come ha illustrato l’On. Chinnici, verso un sistema di controlli rinforzato. Le aziende agricole che desiderino oggi beneficiare di fondi europei devono infatti dimostrare di rispettare i diritti dei propri dipendenti. Con ciò si è aperta nel corso della conferenza stampa una riflessione su un ambito problematico sul quale occorre intervenire per la sua sconfitta: il fenomeno del caporalato, che spesso, come è emerso in passato da indagini delle autorità e anche di alcuni giornalisti coraggiosi, continua ad affliggere specialmente alcuni territori dell’Italia meridionale, come la Calabria e la Sicilia.

L’Italia ha maturato in questi ambiti una esperienza consolidata che oggi può essere condivisa con gli altri Stati membri dell’Unione europea. I risultati di questo impegno sono ritenuti apprezzabili, per come emerge dall’esposizione dei delegati presenti alla conferenza stampa odierna. Vi  sono comunque aree di miglioramento. Per esempio: ad oggi, le varie agenzie per la sicurezza europea come Europol, Olaf, Eppo, dialogano tra loro, ma sarà necessario sviluppare una maggiore interoperabilità tra le banche dati.

Vi può essere infatti una organizzazione criminale costituita da soggetti di cui si conoscano i precedenti penali, ma che tuttavia magari sta operando proprio attraverso il meccanismo della intestazione fittizia di beni e capitali, per non destare sospetti. Diventa essenziale quindi mappare la situazione da diversi punti di vista, quello delle indagini penali e quello delle indagini patrimoniali. Dalle parole della presidente Hohlmeier, emerge anche un’ulteriore frontiera interessante per questa attività: la loro velocizzazione possibile attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale, che consenta una maggiore fluidità dei processi.

Questa accresciuta velocità può contribuire specialmente a mettere in atto meccanismi di prevenzione più efficaci che in passato. Tra le conclusioni, infatti, la presidente Hohlmeier ha ricordato che comunque, nonostante gli sforzi volti alla repressione del fenomeno delle frodi comunitarie, il danno perpetrato dalle stesse è in genere superiore alle cifre che si riescono a recuperare; da qui la necessità di intervenire per un miglioramento dei risultati di queste attività, sia nella tempistica che nella qualità delle indagini.

 

Massimiliano Nespola 

mercoledì 25 maggio 2022

Verso la riforma dei trattati europei

In relazione al processo di integrazione europea, le crisi di questi anni - prima finanziaria, poi pandemica, poi bellica - ne hanno rimesso in discussione i tempi e le modalità. Nel frattempo, dopo anni di stasi, si intravede la necessità di nuove riforme che pongano al centro alcuni rilevanti temi, soprattutto per ciò che attiene ai meccanismi decisionali europei.

Vi proponiamo perciò un recente editoriale del Movimento Europeo in Italia, in cui si pone l'accento sui settori che richiedono attualmente un adeguamento al nuovo scenario:

CLICCA QUI PER LEGGERE l'EDITORIALE DEL MOVIMENTO EUROPEO

Con riferimento ai temi trattati da questo blog, si può aggiungere anche che le riforme da attuare in ambito europeo portano a ragionare su quali siano le modalità di divulgazione di meccanismi complessi al largo pubblico. 

Si può dire che, grazie ai mezzi della digitalizzazione, l'Unione potrà optare in futuro per forme sempre più leggere e decentrate di comunicazione, che viaggino veloci dal centro alla periferia del suo territorio. I cittadini si aspettano molte risposte da una Unione che sia più vicina, più efficiente, più rappresentativa. 

Il ruolo dei media è di fondamentale importanza, in questo processo; una delle principali funzioni che entra in campo è quella di oltrepassare il perimetro degli addetti ai lavori, rendendo chiaro ai lettori come vengono prese le decisioni a livello europeo e indicando fin dove arrivano le competenze dell'Unione rispetto a quelle degli Stati. 

Difficile che tali argomenti trovino spazio nei telegiornali, perciò l'obiettivo che qui ci si prefigge è quello di contribuire alla conoscenza di questioni complesse e mettere il lettore nelle condizioni di continuare ad approfondire autonomamente.

Per ciò che attiene ai temi trattati, si consiglia di far riferimento ai seguenti testi normativi, i cui articoli sono riportati nell'editoriale del Movimento Europeo:

Trattato sull'Unione Europea;

Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.


martedì 24 maggio 2022

Criminalità internazionale: tra letteratura e saggistica

 



Il trattamento di storie di reati, di criminalità organizzata e quant’altro vede sui media la sua pagina fissa. Ecco perché occuparsi dell’argomento cercando aspetti di originalità, attraverso momenti di riflessione organizzati seguendo una prospettiva particolare. In relazione a ciò, Federica Giandinoto, avvocato, ha recentemente curato una pubblicazione sul tema, dal titolo “Saggi di psicologia criminale”, che ha raccolto l’illustrazione di una serie di casi di interesse giudiziario, più o meno recenti. Questo progetto è stato realizzato al termine di un seminario formativo da lei condotto presso l’associazione romana “Attività di pensiero”.

Massimiliano Nespola, giornalista pubblicista, per l’occasione riproporrà all’attenzione del pubblico il suo romanzo “Badolato-Dublino, la rosa dei venti”, una storia sulla lotta alla criminalità organizzata internazionale di matrice calabrese, la ‘ndrangheta, che, come è noto, oggi va combattuta e contrastata nelle sue propaggini in tutto il mondo, partendo dal tracciamento dei flussi finanziari che la riguardano. Ecco quindi che i due autori si ritroveranno presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo, sabato 28 maggio alle ore 11.30, per illustrare ai lettori i propri testi.

La cornice entro cui leggere questo evento è non tanto l’illustrazione con finalità cronachistiche dei vari casi, quanto l’idea che si possano unire gli strumenti di più discipline per diffondere sull’argomento conoscenza e consapevolezza.

Per ciò che attiene agli aspetti letterari della narrazione di Nespola, si può dire che essi scaturiscono dalla conoscenza mediata dalla lettura di articoli di giornale e da quella svolta sul campo, per poi ideare un romanzo di formazione ancora in via di ulteriori elaborazioni: all’autore è stato richiesto infatti di scrivere un seguito, che prima o poi arriverà.

Giandinoto ha invece unito i vari spunti raccolti durante lo svolgimento del suo corso, anche alla luce della sua esperienza di avvocato, per focalizzare l’attenzione in questo caso soprattutto sui processi mentali che si attivano negli autori di reati anche particolarmente efferati. In questo caso, la descrizione dei fatti diventa occasione di analisi e ricerca, volta alla comprensione delle personalità spesso contorte – ma anche drammaticamente coerenti e lucide – di individui che si macchiano di tali colpe.

Il risultato è un’unione di prospettive differenti sul tema della delinquenza e della devianza, che parte dall’osservazione per addentrarsi nei territori affascinanti, vasti e complessi della letteratura e della psicologia.



Dov'è la vittoria?

Gli spunti odierni di Daniel Mateo Montalcini, con un approccio particolarmente critico, pongono all'attenzione le debolezze, le velleità e l'intestardimento russo: pur di non voler ammettere la disfatta in arrivo, la Russia prosegue nelle azioni militari.

Editing di Massimiliano Nespola.

Buona lettura


EXODUS

La crisi ucraina prosegue, con gravi perdite sia dal punto di vista dei diritti civili, sia in termini economici, sia in termini di vittime; i più colpiti rimangono sempre i bambini. In sette settimane, ossia dall’inizio del conflitto, si stima che 7,5 milioni di bambine e bambini siano stati costretti ad abbandonare le proprie dimore per dirigersi verso altri Paesi in cui poter ricevere protezione e andare verso il ritorno ad una parziale normalità, assieme ai propri famigliari. Un altro scopo di questo esodo è quello di recarsi in Paesi in cui trovare supporto da parte di parenti, assieme alle madri in grado di fuggire con loro.

Si tratta di dati provvisori, in quanto si stima che il dato esatto sia di gran lunga maggiore. Secondo le Nazioni Unite, 2,8 milioni di bambine e bambini risultano sfollati in Ucraina e gli altri 2 milioni fuggiti altrove pur di mettersi in salvo. Si riportano purtroppo dati ufficiali che segnalano la morte di 153 tra bambine e bambini, benché i numeri possano risultare realmente maggiori, per non dimenticare il numero di feriti, stimati in 246, anche in questo caso senza però conoscere il dato reale.

Per un recupero psicologico a seguito di questi traumi, si sono subito attivate unità di crisi quali il Fondo Emergenze. Il pericolo che trattiene tutti questi bambini in una morsa di incertezze e paure è quello di essere uccisi durante i continui attacchi alle scuole, che sfiorano una media di 22 colpite quotidianamente. Gli altri timori sicuramente provengono dalla mancanza di viveri e dalla carenza di acqua e medicinali.

Peter Walsh, il direttore di Save the Children in Ucraina, ha dichiarato che vi è una presenza della sua organizzazione in Ucraina, in Romania ed in Polonia. Nel Paese invaso, sono giunti già nel 2014. Qui hanno fornito aiuti umanitari essenziali, quali il sostegno per l’accesso a un’istruzione inclusiva e adeguata. Save the Children si impegna a supportare scuole e comunità per aiutare questi bambini a poter superare e venir fuori da questo insieme di impatti sociali e psicologici, curando le ferite delle esperienze da essi vissute, di conflitto e violenza.

In Polonia invece il team si occupa di rintracciare e ricongiungere ai propri famigliari le bambine e i bambini rimasti soli e ristabilire così dei sistemi di protezione. In Romania, differentemente, si procura supporto ai rifugiati che giungono al confine dall’Ucraina, fornendo generi di prima necessità non alimentari e altri servizi di soccorso. In Italia, Save the Children si occupa di fornire assistenza legale temporanea e supporto ai bambini nel corso del loro asilo, collaborando con le agenzie delle Nazioni Unite per fornire garanzie riguardo alla protezione dei minori non accompagnati.

 

A UN PASSO DAL BARATRO

L’invasione dell’Ucraina è stata presa molto alla leggera dall’establishment russo, che ha forse pensato che si sarebbe trattato di un’impresa semplice e in discesa. Così non è stato, come tutt’ora è evidente, malgrado le dichiarazioni di chi rappresenta le dinamiche di questo conflitto attraverso falsi e facili entusiasmi.

Vi è anche però chi, come Marat Gabidullin, ex comandante dell’organizzazione russa paramilitare Wagner, ha affermato – ospite del programma Mezz’ora in Più condotto da Lucia Annunziata su Rai3 – che la guerra in Ucraina non sarebbe più sostenibile. Col proseguire del conflitto, senza compiere nessun passo indietro, si starebbero esaurendo le risorse ed il potenziale militare russo.

La guerra già di per sé si dimostra quale grave errore, in quanto di sicuro il più grande crimine contro l’umanità. Lo è sia per gli ucraini che per i russi. La Russia, indebolendosi sempre più, potrebbe ora favorire attacchi ed avanzamenti militari da parte degli afghani. Gabidullin si dimostra molto critico sulla gestione della guerra da parte delle squadre russe, con strategie di efficacia assai dubbia sul piano militare. A confronto, l’Occidente conduce manovre militari ben differenti.

 

UN PASSO FALSO

Come già si è detto, l’invasione dell’Ucraina dimostra di essere un grande errore, come tutte le guerre, che alla fine non hanno né vinti né vincitori. Chiunque tenti di prevalere con mezzi non legittimi e perpetrando crimini, invece che raggiungere accordi diplomatici, potrà sempre essere sconfitto su altri fronti e trarre da ciò un pretesto per innescare altri conflitti.

I russi in questo caso, pur non avendo vinto, in quanto l’invasione dell’Ucraina, assolutamente errata, perdura, vanno avanti per non ammettere che il Paese aggressore non ha più i mezzi per vincere; o che finora, comunque, l’esercito russo sta sempre più indebolendosi, arrivando al punto paradossale, tuttavia, che, per non voler riconoscere le proprie incapacità, prosegue nel conflitto.

I russi ritenevano di poter essere accolti come liberatori, ma la guerra ha finora dimostrato il contrario. Non conquistando niente, hanno cambiato strategia con l’obiettivo di distruggere tutto. Nel Donbass si rischia di creare una nuova Mariupol. Anche sui media, nonostante la disinformazione di sistema organizzata dalla Russia, sembra emergere che i falchi di Putin non gli crederebbero più. Un esempio non banale sono stati i commenti tutt’altro che leggeri da parte di Gabidullin nei confronti della gestione militare di Putin.


Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola


lunedì 23 maggio 2022

Lo zar e la NATO

Oggi Daniel Mateo Montalcini giustappone all'analisi, in evoluzione, del contesto in cui si sta predisponendo un argine alla minaccia russa attraverso il rafforzamento della NATO, anche un elemento particolare: un ritratto di Putin e delle sue paranoie.

Editing di Massimiliano Nespola.

Buona lettura


OSSESSIONI

Nel corso dei suoi 30 anni di viaggi, in Putin si riscontra un dettaglio che rivela un tratto della sua personalità: l’ossessione per la sicurezza. In maniera ossessiva, lo zar è infatti dedito a programmare ogni singolo aspetto della sua vita, grazie al supporto ed alla programmazione da parte dei servizi segreti in suo appoggio.

Giusto per porre all’attenzione qualche esempio: la scorta procurata a Putin è composta da 18 auto blindate. Fa da cornice alla sua ossessione per la sicurezza la presenza costante di un’ambulanza al seguito. Non è da escludere, come elemento, il tavolo di 4 metri messo a disposizione durante ogni discorso, nel periodo più caldo della tensione dall’inizio del conflitto ucraino. Apparentemente ridicolo, ma molto ben studiato per far fronte all’ossessione da avvelenamento di Putin, il gruppo di assaggiatori sempre al suo seguito.

Si comprende come la vita di un personaggio del genere possa essere appesa ad un filo molto sottile: assicurarsi che ogni persona a suo fianco non sia un Giuda, un doppiogiochista o una spia. Una vita sempre appesa ai fedelissimi, sempre guardandosi le spalle.

 

PER UN RINFORZAMENTO DELL’UE

Ai più alti livelli europei, Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera, ha dichiarato senza esitazioni che il processo di adesione della Finlandia alla NATO, assieme alla vicina Svezia, non può interrompersi, o temere nessun genere di rappresaglia da parte di Paesi esteri quali la Russia, e che la NATO stessa e l’UE sono pronti ad intervenire seduta stante.

L’Articolo 42 c. 7 del Trattato sull’Unione europea sancisce chiaramente che se un Paese membro subisce qualunque genere di attacco o presunta invasione, tutta l’Unione ha diritto e dovere di difendere quest’ultimo con ogni mezzo. Simile ad esso, vi è anche l’Articolo 5 del Trattato dell’Alleanza Atlantica: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale”.

I due Paesi scandinavi sono dunque in attesa del semaforo verde che gli conferisca il diritto ad aderire; l’adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO comporterà, a seguito della conferenza stampa rilasciata da Borrell, un naturale rafforzamento del Trattato Atlantico e, non da ultimo, rafforzerà la cooperazione tra gli Stati membri nell’unità per la sicurezza. Si rafforzano dunque le speranze di una rapida adesione dei due Paesi scandinavi, al fine di ridisegnare la mappa geopolitica europea.

 

Daniel Mateo Montalcini – a cura di Massimiliano Nespola


Essere digitali: il ruolo della scuola

Leggi l'articolo dell'autore pubblicato su "La Ragione" Recenti classifiche sull’alfabetizzazione digitale vedono l’Italia...

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