sabato 30 maggio 2020

Un aperitivo insieme, per salvare la Terra



Webanketto per Stopglobalwarming.eu


Powered by Restream https://restream.io/

Insieme per firmare e far firmare l'iniziativa dei cittadini europei https://stopglobalwarming.eu

Con gli attivisti e i volontari e dalle 18.30 Marco Cappato, Alberto Maiocchi e il cantante Andrea Riso Messya.

Partecipa anche tu alla diretta:

- Direttamente sulla pagina FB di Eumans, condividendo e commentando con i tuoi amici
- Via GoToMeeting a questo link https://global.gotomeeting.com/join/383603909
- Via telefono +39 0 247 92 13 01 e inserendo il codice accesso: 383-603-909
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Europa, no ai tagli alla cultura

Non se ne sta parlando, eppure, tra le proposte per il nuovo bilancio europeo 2021 - 2027, il Consiglio europeo ha avanzato quella di ridurre le risorse destinate all'Erasmus+, al Corpo europeo di solidarietà, Europa creativa.


Ho beneficiato del programma Erasmus anch'io, in Belgio e, senza le risorse messe a disposizione - che già allora non erano proprio ingenti, ma un contributo - ho potuto, in occasione dello svolgimento della tesi di laurea, dedicare una parte della stessa proprio alla consultazione di alcuni esponenti del Parlamento europeo della legislatura 2004-2009. Oltre ad essere un ricordo indimenticabile, quell'esperienza segnò nettamente la mia formazione, la caratterizzò, rappresentò insomma un valore aggiunto che mi consentì successivamente di essere preparato a muovere altri passi nel settore. Se tornassi indietro, vorrei avere ancora una volta questa opportunità. Ecco perché invito le istituzioni europee a riflettere sul fatto che non è questa la strada preferibile. Non parlo come singolo: rilancio infatti l'appello del Movimento europeo dedicato a questo tema e in corso di diffusione sui media.


mercoledì 27 maggio 2020

Bilancio europeo: necessaria riforma in senso federale


Commissione europea, oggi le proposte per il bilancio / European Commission, today the budget proposals


Dalle ore 13.30 di oggi è prevista la presentazione delle proposte per il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021 - 2027 da parte della Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. A tale scopo, è stata convocata a Bruxelles una sessione plenaria. Seguirà alla stessa una discussione di Parlamento europeo e Consiglio, per ulteriori valutazioni. In particolare il prossimo vertice dei 27 capi di stato e di governo è previsto per il 18 e 19 giugno prossimi. 

Qualora non si ritenesse accettabile l'accordo, si prevede di proseguire le negoziazioni. Rispetto a questo iter, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha già affermato che eventuali proposte ritenute non all'altezza non saranno accettate. Le negoziazioni hanno l'obiettivo di portare ad elevare a circa 2000 miliardi di € l'ammontare delle risorse del QFP, il che corrisponderebbe ad un raddoppio rispetto a quelle finora stanziate.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Si ricorda che è possibile seguire la plenaria del Parlamento europeo dal sito istituzionale dello stesso, di cui si richiama il link anche su questo blog, qui sulla destra.


Today, from 1.30 pm today, the proposals for the multiannual financial framework (MFF) 2021 - 2027 will be presented by the President of the European Commission, Ursula Von der Leyen. To this end, a plenary session has been convened in Brussels. A discussion of the European Parliament and the Council will follow, for further evaluations. In particular, the next summit of the 27 heads of state and government is scheduled for 18 and 19 June.

If the agreement will be not considered acceptable, negotiations are expected to continue. Regarding to this process, the President of the European Parliament David Sassoli has already said that any deemed not up to par proposals  will not be accepted. The negotiations aim to increase the amount of MFF resources to around € 2000 billion, which would correspond to a doubling compared to those allocated so far.

For more information click here.

We remind you that it is possible to follow the plenary of the European Parliament from its institutional website; the related link is also referred to on this blog, here on the right.

lunedì 25 maggio 2020

L'infografica del giorno

Rilancio da facebook una infografica collegata a un gruppo molto interessante che porta avanti una campagna di informazione sull'Europa. Una campagna seria, che ha tra i suoi obiettivi quello di contrastare la disinformazione. Si tratta di un'immagine che sintetizza molte cose:


sabato 23 maggio 2020

23 maggio: il giorno della memoria


Come accade a ogni ricorrenza della data odierna, ci si interroga sul senso di quanto avvenne, in quel 1992. Le parole non saranno mai abbastanza, anche perché ogni volta emergono trame inedite, particolari non conosciuti. Quelle della strage di Capaci - seguita a breve distanza da quella di Via D'Amelio - sono ferite che ogni cittadino onesto porterà con sé. Perché la mafia a quei tempi voleva colpire lo Stato e farlo mettendo a rischio l'incolumità dei suoi esponenti più autorevoli.


Anche a livello europeo si ripropone un problema simile e qui i passi da compiere sono molti: non esiste infatti, nell'Unione europea ad eccezione che nel nostro Paese, il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Peraltro, prima del 1982, nemmeno in Italia si erano ancora delineate in maniera chiara le caratteristiche del fenomeno. Un fenomeno che è andato del resto soggetto a dei mutamenti. Dopo le stragi e la destabilizzazione del 1992 - a cui corrispondeva il tracollo degli equilibri politici di un quasi cinquantennio - le mafie hanno cambiato strategia. Puntano soprattutto sulla corruzione, sul riciclaggio, sull'imprenditoria. Hanno capito che, piuttosto che uccidere, è più vantaggioso condizionare l'economia. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha descritto questo fenomeno e l'esistenza di numerose zone d'ombra; le sue parole di questi giorni invitano a riflettere. 


Non si deve però per questo smettere di avere fiducia. Le forze sane, alla fine, prevalgono, perché il mafioso usa il potere dell'intimidazione, della violenza e, verrebbe da dire, proprio della malvagità, ma dimentica che questo suo modus operandi prima o poi si trasformerà in un boomerang. Studiando il fenomeno, noto che molti boss vengono prima o poi arrestati, che pochi fanno la bella vita che si pensi. Non conviene delinquere. Coloro che lo fanno, sono i primi a pagarne il prezzo. 


Essere malviventi - specialmente se ultimo anello della catena - non ha proprio senso e c'è chi ritiene che, nei decenni scorsi, si siano commessi errori proprio nel modo di intendere la società, errori che hanno legittimato un certo modo di fare. Vi racconto: questa estate, ho seguito il festival "Insegui l'arte", di Badolato, splendido borgo in provincia di Catanzaro. Si è trattato di una rassegna di eventi dedicati alla cultura nelle sue varie forme: scrittura, fotografia, cinema e non solo. Ospite tra i più gettonati, l'ing. Domenico Gangemi, detto Mimmo. Parliamo di uno degli autori calabresi attualmente di maggiore successo, che ha scritto romanzi sulla 'ndrangheta. Lo considero un collega, in quanto sul tema anch'io ho pubblicato un lavoro del genere, che si intitola "Badolato-Dublino, la rosa dei venti". Ebbene: contrariamente all'aria di disfatta che spesso anima questi discorsi, sosteneva che la Calabria sta vincendo la battaglia contro la realtà criminale locale. Sosteneva che i passi in avanti compiuti siano notevoli e che ciò sia anche frutto di una vivacità culturale che sta attraversando questa regione. Perché forse non tutti lo sanno, ma ci sono molti autori che scrivono di 'ndrangheta e immaginano la sua dissoluzione, specialmente in una regione che, se libera da questo condizionamento, offrirebbe molte opportunità in più. Nel descrivere però l'operazione culturale dei decenni precedenti, Gangemi sosteneva che l'errore del passato fosse stato quello di legittimare la 'ndrangheta: durante le processioni nei paesi della Calabria, infatti, nemmeno troppo tempo fa era abitudine far portare la statua del santo ai ragazzi di famiglie 'ndranghetiste, quasi come se fosse un simbolo distintivo, un merito. Si è sbagliato, sostiene Gangemi e come dargli torto ... La 'ndrangheta è espressione di un modo di fare sbagliato e aggiungo, alla fine anche perdente. Il delinquente infatti ottiene un facile successo, ma presto o tardi si renderà conto di essere la pedina di un sistema. Magari sarà arrestato e non parlerà, ma non è detto che la sua organizzazione sarà ancora interessata a difenderlo. Bene: se tutti i "picciotti" tenessero conto di ciò, le mafie, forse, sarebbero delegittimate. Di certo, a mio avviso, sarebbero depotenziate.


Il problema di ieri e di oggi è continuare a indagare sui capi: Matteo Messina Denaro, per esempio. Già il cognome rende l'idea. Non deve essere facile per chi è in prima linea portare avanti queste indagini. Però, per sconfiggere le mafie, bisogna attaccare la cupola (o le cupole?).

Concludo sostenendo che, per l'idea che mi sono fatto dei nostri eroi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è mia opinione che fossero persone con un senso delle indagini non comune, però che in fin dei conti non si aspettassero dagli italiani - e anche dagli europei - troppi applausi o riconoscimenti. Volevano più che altro che il nostro fosse un Paese giusto, onesto, meritocratico, al passo con le democrazie europee, dove la società è sana e corregge, previene certi comportamenti, dove non debbano esistere aree in cui, vivendo da onesti, si debba temere per la propria incolumità.


Questo è il mio omaggio agli eroi di Palermo. Grazie.



Post scriptum. Allego qualche mio lavoro già realizzato sul tema della lotta alla mafia:



Europa unita contro la criminalità, intervista al prof. Antonio Nicaso pubblicata su Antimafia Duemila (tratta da lindro.it), 17 novembre 2016


Per un’Europa dei diritti, bisogna anticipare le mafie, intervista a Luciano Violante pubblicata su "L'Indro", 23 maggio 2017


Riciclaggio: le modalità operative nella UE, intervista a Ciro De Lisi, Generale della Guardia di Finanza pubblicata su "L'Indro", 13 marzo 2018


Europa, armi spuntate contro le mafie: manca il coordinamento, articolo pubblicato su "Il Dubbio", 19 dicembre 2019









venerdì 22 maggio 2020

Ricordare Altiero Spinelli ...


La prima occasione in cui ho avuto modo di comprendere la statura di Altiero Spinelli, al di là di citazioni libresche, è stata quando, a Bruxelles, ho letto il suo nome sul palazzo a lui dedicato, nel 1999. Si tratta di uno dei principali uffici istituzionali del complesso di edifici delle istituzioni europee. Un tale riconoscimento dà l’idea dello spessore della figura. 

Parlare di Spinelli non è semplice, ogni parola va meditata. Parliamo senz’altro di una persona che rappresenta la volontà di superare i mali del Secolo, quali il nazionalismo che dilaniò l’Europa con due atroci guerre mondiali. Sia che si studi Storia, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze Politiche, Comunicazione, comprendere il pensiero e l’azione di Altiero Spinelli risulta essenziale. A maggior ragione, se ci si occupa di fare informazione sull’Unione europea. 

Vorrei qui soffermarmi su uno spunto della vita di uno dei suo padri fondatori partendo dalla sua autobiografia, “Come ho tentato di diventare saggio”. Perché questo titolo? Per numerose ragioni, ma, probabilmente, quella principale è che l’autore volle lanciare un messaggio di libertà di pensiero e di coscienza, attraverso questa sua opera. 

Volle dire che bisogna essere in grado di sacrificarsi per le proprie idee – anche se ci si trovi di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili – e, francamente, si avverte l’esigenza, nel mondo di oggi, di ritornare a percorrere questa strada. Chi lotta oggi per le proprie idee? Pochi, spesso sono soffocati dalla banalità e dalle “logiche di mercato”, tenute in debito conto anche da alcuni intellettuali, che sembrano talvolta preferire l’audience alle idee e cedono al cattivo gusto dell’urlo di piazza, che in tv funziona sempre.

Tornando a Spinelli; il prezzo da lui pagato fu molto alto: ben sedici anni di carcere, in quanto considerato pericoloso dal regime fascista. Molti suoi compagni – ricordiamo, su tutti, Eugenio Colorni, ucciso dai fascisti a 35 anni – pagarono il prezzo più alto. Si collocava esattamente dall’altra parte rispetto al regime, nel partito comunista dal quale poi si distanzierà. E di Spinelli, nella sua autobiografia, colpisce la costante ricerca di affermazione della libertà di coscienza e di pensiero. 

Nelle ultime fasi della sua esistenza (marzo 1986), racconta infatti che «La mia vita si può articolare in sei cicli di azione fondate ciascuna su una ipotesi diversa». Vi rimando alla lettura del testo per la spiegazione delle varie fasi, perché quello che mi interessa qui portare all’attenzione è che l’autore afferma poi: «Ognuna di queste avventure è terminata con una sconfitta dell’avventura stessa e mia. Ogni volta ne ho sofferto non poco, perché non avevo solo portato avanti una realtà, ma avevo anche e soprattutto inseguito un sogno. […] Nessuna di queste sconfitte ha però lasciato in me quel rancore contro la realtà che così spesso alligna nell’animo degli sconfitti. La possibilità della sconfitta deve essere sempre accettata equanimemente all’inizio di ogni avventura creatrice». 

Ecco perché ha un senso leggere Spinelli; lo si ricorda come una figura di primissimo piano nella storia dell’Europa contemporanea, eppure ammise di essere uscito più volte sconfitto nelle sue battaglie e tuttavia di aver continuato a percorrere la sua strada

Di quell’idea rimane molto, anche e soprattutto perché, qualunque cosa si pensi, l’Europa è riuscita a compiere molti passi in avanti nella direzione di una cooperazione pacifica. Ciò nonostante, l’idea di un’Europa unita ha oggi avversari molto insidiosi. In nome di una supposta idea che si basa anche su una teoria economica, il protezionismo, diffusa anche in Paesi extraeuropei, si sta facendo strada – è evidente – la convinzione che è meglio fare da sé, un concetto che nega a monte numerose opportunità di scambi commerciali, culturali, eccetera. 

Il mondo di oggi è costellato di insidie e proprio quanto avvenuto in tempi recenti ci mostra un lato oscuro della libera circolazione di merci, persone, beni e capitali, libertà che –  anche se si sta ancora indagando sulle cause della diffusione del coronavirus – ragionevolmente può velocizzare anche la potenziale diffusione di malattie. Ragionare su un nuovo equilibrio non è lavoro di una giornata. E tutto resta ancora da fare, perché le sfide future sono numerose. Come si afferma nel Manifesto di Ventotene, che qui allego, «La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!».

Altiero Spinelli, domani, a 34 anni dalla sua scomparsa, sarà ricordato da parte dei Giovani Federalisti Europei, delle sezioni del MFE di Genova, MFE / GFE di Forlì, MFE di Valpolicella e dell’Istituto Paride Baccarini, in forma di meeting on line. Per maggiori informazioni, clicca qui.

giovedì 21 maggio 2020

Europa, prossimi passi

Si suggerisce la lettura di questo articolo di analisi sull'attualità europea a firma del Presidente del Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli - allievo di Altiero Spinelli, docente di Diritto dell'Unione europea, commendatore della Repubblica italiana (qui il Curriculum vitae): "Bene la scossa di Macron e Merkel ma è tutta l’Europa che deve muoversi". Si tratta di una radiografia della situazione attuale, con un indirizzo su come procedere verso la soluzione dei problemi che sono complessi. 

L'approfondimento riporta anche i prossimi due passi istituzionali importanti: 

quello del 27 maggio, quando la Commissione europea presenterà le sue proposte sul bilancio pluriennale;

quello del 18 e 19 giugno, quando si riunirà il prossimo Consiglio europeo.

L'approccio è in linea con l'idea ispiratrice di questo blog: muoversi in una direzione costituente. Rispetto a questo obiettivo, si ricorda che una Costituzione non può intendersi solo come un documento giuridico di cui prendere atto, ma rappresenta un popolo; in dottrina, si opera infatti la distinzione tra Costituzione formale e sostanziale. Una è quella scritta, l'altra è quella del complesso vivo e attuale dei rapporti sociali. In merito a questo aspetto, la complessità dei temi trattati è materia di studi e ricerche universitarie internazionali, perché l'obiettivo perseguito non potrà essere raggiunto da un momento all'altro. Per le persone interessate ad approfondire, si suggerisce quindi di consultare i testi universitari e la pubblicistica autorevole. Sulla materia l'informazione abbonda, ma solo alcune letture aiutano a vederci più chiaro. 

mercoledì 20 maggio 2020

Brexit, gli accordi che mancano


A quattro anni dalla Brexit, ancora molti i punti sul tavolo per definire un accordo sulle relazioni future: ambiente, pesca, diritti dei lavoratori, cooperazione giudiziaria sono punti in sospeso e si rischia il compromesso al ribasso.

Per accessi da cellulare, potrebbe essere necessario cliccare su "visualizza versione web" al fine di poter visualizzare il video pubblicato dall'autore.





 



lunedì 18 maggio 2020

Movimento Europeo, la newsletter n. 15


Pubblicata la nuova newsletter del Movimento Europeo, con molti spunti, libri, testi chiave e la presentazione del nuovo progetto del Movimento Europeo, RescEU. Si parla del Diritto fondamentale n. 9, "Diritto a sposarsi e costituire una famiglia", con l'analisi di una sentenza della Corte di Giustizia UE su questo e altri diritti, ci sono poi numerosi documenti chiave sulla recente risoluzione del Parlamento europeo per il prossimo QFP da 2000 miliardi ...


giovedì 14 maggio 2020

Riscaldamento globale, l'iniziativa del cittadino europeo / Global warming, the European Citizens Initiative

Perché l'Europa sia riconosciuta e legittimata, uno dei principali interventi che si pensa, in Commissione europea, di portare avanti in questi anni, come si è detto, è il green deal. Un'idea per promuovere lo sviluppo di un ambiente più salubre che qui si ritiene preferibile, è quella della tassazione delle emissioni di CO2, al fine di disincentivarne l'utilizzo, indirizzando lo sviluppo della ricerca verso tecnologie innovative a minor impatto ambientale.

Vi informo - qualora vi riteniate in linea con questa misura - che è possibile sostenere questa iniziativa del cittadino europeo. Qui il link.


In order for Europe to be recognized and legitimized, one of the main interventions that the European Commission will carry out in these years, as has been said, is the green deal. One preferable idea to promote the development of a healthier environment is that of taxing CO2 emissions, in order to discourage their use, directing research development towards innovative technologies with a lower environmental impact.

I inform you - if you agree with this measure - that it is possible to support this European Citizens Initiative. Here the link.

lunedì 11 maggio 2020

(Pubbliredazionale) Al via i corsi di giornalismo radiofonici presso Adpinfo

Partito oggi il primo corso di giornalismo radiofonico di Massimiliano Nespola, presso l'Associazione "Attività di pensiero", in collaborazione con l'Università popolare di Roma (Upter). In dieci lezioni fruibili in modalità remoto, sarà possibile apprendere teoria e tecniche del linguaggio radiofonico e muovere i primi passi per comprendere come funziona la radio, oggi. Nella prima unità didattica, si è avuto un assaggio che parte anche dalla storia della radio, che inizia nel 1887 con le prime prove di trasmissione a distanza. A quei tempi, trasmettere a 500 metri di distanza era già un'impresa. Molti passi avanti sono stati compiuti per arrivare ad oggi, in un'epoca in cui siamo immersi nella comunicazione globale simultanea. Al primo modulo, ne segue un secondo dedicato esclusivamente ad attività laboratoriale. Parte anche a breve un corso per imparare ad utilizzare il software Audacity, a cura di Mauro Mancini.
Immagine tratta da: europarl.europa.eu
Per maggiori informazioni, clicca qui:


sabato 9 maggio 2020

Festa dell'Europa: l'appuntamento istituzionale con il Parlamento europeo

Buon 9 maggio a tutti. 



Nella ricorrenza dei 70 anni dalla Dichiarazione Schuman, iniziamo questa giornata con il discorso delle ore 10. Dal sito del Parlamento europeo:

"Il Presidente dell’europarlamento ha voluto riunire simbolicamente, nell’Emiciclo e in videoconferenza, le realtà europee che con le loro azioni quotidiane contribuiscono a cambiare e migliorare concretamente le condizioni di vita delle persone più svantaggiate e vulnerabili.
“L’Europa del dopo Covid19 - ha dichiarato Sassoli - non potrà essere la stessa. Ci sarà sempre più bisogno di una Conferenza sul Futuro della UE, che non potrà che essere costruita dal basso verso l’alto e che avrà bisogno di ascoltare tutti coloro che, già ora, lavorano per cambiare le cose”.

In Video conferenza interverranno*:

1. Pierre Rabhi, fondatore del movimento Colibrì

2. Luca Casarini, CapoMissione in mare di Mediterranea Saving Humans

3. Yayo Herrero, Presidente del think tank ecologico Transitions Forum"






martedì 5 maggio 2020

Ambiente: parole e idee possono cambiare l'Europa

Spesso si obietta che l’Unione europea è ancora tutta da costruire. In effetti, il processo di integrazione non avverrà da un momento all’altro, ma è andato avanti in questi decenni e siamo arrivati ai settant’anni dalla Dichiarazione Schuman, dal momento in cui cioè, il 9 maggio, uno dei padri fondatori delineò il senso e le ragioni dell’unità europea, dopo due guerre mondiali e il fallimento dell’illusione di dominio nazionalista.

In occasione di tale ricorrenza, ecco una riflessione che guarda al futuro e pone l’accento su quelle che oggi sono priorità per l’Europa. Anzitutto, l’ambiente, il cosiddetto green deal europeo. La Commissione Von der Leyen considera ciò una priorità e si ritiene che, assieme alla digitalizzazione, in questi settori avverranno processi importanti, con investimenti consistenti.

Immagine tratta da: https://ec.europa.eu

Non è una sfida facile. Ve ne parlo anche riprendendo le politiche avviate con gli impegni presi da tempo, definiti in particolar modo nella primavera 2007. Ne lasciai traccia anche sul precedente blog, “Riflessi di Europa”, che ora spesso cito per riprendere il lavoro svolto e andato perduto a causa di un’intrusione sui sistemi del mio precedente blog.

Ebbene: in quella occasione si stabilì – e già allora non mancavano gli scettici – che, in sintesi, l’Europa avrebbe dovutoportare  al 20% la quota di utilizzo di energie rinnovabili, raggiungere la quota del 10% di biocarburanti nel diesel e nel petrolio entro  2020, ridurre del 30% le emissioni di gas serra nel 2020 rispetto al 1990.

Nel febbraio scorso, l’attuale Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha rimarcato che quegli obiettivi ambiziosi non sono stati raggiunti. Non sono facili da raggiungere, soprattutto perché ci si scontra contro gli interessi delle lobby del petrolio e dei combustibili fossili, che hanno una grande capacità di influenzare le decisioni. Ho avuto modo di riscontrare che interessi simili hanno la capacità di rallentare, se non proprio arginare, la possibilità di percorrere strade diverse.

Eppure, oggi è chiaro che il concetto di sostenibilità dovrebbe essere invece tenuto in considerazione ogni volta che si effettua una scelta, perché poi gli effetti si scaricano sulla collettività. Il bilancio europeo dei prossimi anni può e deve essere ripensato anche su questi criteri: a maggior ragione perché, da più parti, si è posta all’attenzione la sua insufficienza. 

Passare dall’1 attuale - ritenuto insufficiente - al 2% auspicato del contributo nazionale al bilancio europeo, poiché implica una maggiore interazione tra Stati membri e un impegno raddoppiato rispetto al passato, può innescare trasformazioni impensabili, che hanno la potenzialità di andare ben oltre il semplice raddoppio. Penso ad investimenti strategici nelle aree periferiche dell'Unione, in cui attenzione all’ambiente deve poter significare anche maggior coinvolgimento dei cittadini: vantaggi sì, quindi, ma anche più responsabilizzazione. Penso alla possibilità che si apre per categorie come anziani, bambini, che potranno così vivere in un ambiente più salubre; con l’apporto delle nuove tecnologie, l’ambiente circostante diventa poi anche più “smart”.
 
Insomma, parole e idee che possono cambiare l’Europa, il nostro modo di rappresentarcela mentalmente, come una dimensione che ci appartiene davvero invece che come un insieme di palazzi e rappresentanti che da Bruxelles ci dicono cosa fare: un’immagine per la verità non rispondente al vero, poiché le istituzioni europee sono presenti in concreto, sotto molte forme, nella vita di ciascuno di noi. 




venerdì 1 maggio 2020

Capitolo Mes: necessario un approccio scientifico

Il Mes. Se ne parla tanto, forse troppo. Esaminando il pacchetto di interventi predisposti dall'Unione per rispondere alla crisi, senz'altro c'è anche questo strumento. Ma in effetti, non si comprende come mai si sia concentrata tutta questa attenzione sullo stesso da parte di chi vi si oppone. Non ho qui la pretesa di fare analisi sul Mes sofisticate; le lascio agli addetti del settore economico. Preferisco occuparmi invece della questione dal punto di vista dell'esperto di comunicazione.

E sostengo che se può succedere che si assista ad eccessi di informazione, fughe in avanti, in effetti, non se ne giova nessuno. Lungi da me voler esprimere una critica serrata alle posizioni concentrate sull'interesse nazionale, sostenute da una schiera di intellettuali che si dicono gli unici liberi, depositari del vero sapere e delle risposte giuste. Ma bisogna capire che le forze in gioco sono altre.

Secondo fonti ufficiali, il Mes "è uno strumento orizzontale a disposizione di tutti, e che chi non lo vorrà usare non lo userà". Lo afferma il Commissario Europeo per l'Economia Paolo Gentiloni sul sito dell'ANSA. Perché allora tutto questo timore del Mes? Certo, perché chi ha il compito di decidere se ricorrervi, si assume la responsabilità o meno di sottoscrivere dei prestiti che vincoleranno il nostro Paese. Ma anche per una logica strumentale all'opera. Il Mes deve richiamare, a livello simbolico, negatività.

Pensare al Mes deve portare ad associazioni mentali negative: la crisi greca, il debito, la Troika (che non c'è più), la paura insomma. Con questo non si vuole qui sostenere la bontà o meno dello strumento. Anzi, è opinione di chi scrive che il ricorso al Mes possa o meno funzionare in relazione al contesto di intervento e naturalmente anche a chi si occuperà di ideare e gestire gli interventi che possono essere finanziati con esso. Ciò si può vedere anche considerando le diverse posizioni politiche delle principali forze in campo, anche nel solo centro destra. È ragionevole ritenere, per esempio, che aderire ad una linea di credito rappresenti una soluzione più sostenibile per chi disponga già di risorse sufficienti da impegnare a garanzia della stessa. Forse è anche banale dirlo.

Ma il fatto che il Mes rientri tra gli strumenti a disposizione per rispondere alla crisi non deve far pensare che ci troviamo di fronte all'unica soluzione, come forse si vuole far credere. Non è vero che ci troviamo di fronte ad uno strumento scelto da un momento all'altro, ad occhi chiusi, magari sotto il ricatto della Merkel. Insomma, delle moltissime informazioni circolate, come spesso capita, una buona parte risulta condizionata dall'interesse o di un determinato gruppo, oppure di avversare questo Governo. E qualunque sia la posizione personale sul Mes, è bene avere la possibilità di informarsi su di esso in maniera obiettiva e libera da tali condizionamenti.

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